La Corea e i fiori di ciliegio (벚꽃) tra storia e leggenda

di Donatella Perullo

Il Sakura questo sconosciuto, ho pensato mentre sfogliavo libri e pagine web alla ricerca del significato che tali fiori hanno nella cultura coreana e del perché compaiano così spesso nelle inquadrature di molti drama. È indubbio che i ciliegi siano importanti per i coreani e non solo perché l’esplosione della loro fioritura attira turisti da tutto il mondo. A dimostrarlo è il fatto che abbiano fatto di tutto per provare che la loro specie più antica, lo Yoshino dell’isola di Jeju, fosse il capostipite anche dei Somey Yoshino giapponesi.

Nel 2005, infatti, la Corea fece eseguire uno speciale esame del DNA per dimostrare la genesi coreana dell’albero. In seguito ai risultati ottenuti, l’informazione coreana ha dichiarato più volte che il ciliegio di Jeju fosse il progenitore anche dell’albero giapponese.

La diatriba vecchia di quasi un secolo, però, non è finita e da allora sono stati eseguiti studi ulteriori da diverse parti. Alcuni di questi hanno stabilito che lo Yoshino dell’isola di Jeju, appartiene a una varietà diversa da quella nipponica. Senza addentrarmi ulteriormente in quello che ancora oggi è un argomento spinoso e molto sentito, rimando a quest’articolo chi voglia approfondirlo. È un pezzo, suggeritomi da un lettore giapponese, che parla degli studi fatti dal dott. Toshio Katsuki, esperto sella ricerca sui fiori di ciliegio. Volendo potrete leggere anche quest’altro articolo di Oxford Academic, un resoconto della ricerca sulla sequenza genomica del Somey Yoshino, pubblicato nel 2019 e che nel quarto paragrafo mette a confronto le due specie di alberi.

Per comprendere il motivo di questa sempiterna disputa tra i due paesi, su un argomento in apparenza banale, bisogna andare indietro nel tempo, al periodo della dominazione giapponese. In quegli anni l’oppressore tentò in ogni modo di annullare l’identità del popolo coreano. Uno dei simboli di quella sopraffazione fu l’importazione di migliaia di ciliegi nipponici. Il regime piantò quegli alberi, come estremo gesto simbolico del predominio, nei posti simbolo della Corea. Fu in quel periodo che i giapponesi introdussero in Corea l’Hanami, la celebrazione del ciliegio. 

Nell’antichità i giapponesi vedevano nel fiore di ciliegio l’emblema della vita che, come la delicata corolla, può essere distrutta in un attimo dal temporale. Il Sakura era considerato da loro anche simbolo della purezza, della lealtà e del coraggio. Qualità attribuite ai Samurai che adornavano i foderi delle proprie spade con un Sakura rivolto verso il sole nascente. Avvalorando l’allegoria riguardante la caducità della vita, durante la seconda guerra mondiale i kamikaze facevano dipingere un fiore di ciliegio sulla fusoliera degli Yokosuka MXY-7 Ohka (桜花 bocciolo di ciliegio) gli aerei con i quali si sarebbero immolati.

La Corea ha continuato a festeggiare l’Hanami, anche dopo la resa del Giappone, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per un lungo periodo la circostanza è stata però controversa, tanto che nel cinquantesimo anniversario della fine dell’occupazione, moltissimi ciliegi furono abbattuti perché visti come emblema di quel periodo buio. Tutto ciò giustifica il desiderio dei coreani di dimostrare che lo Yoshino fosse l’origine anche del ciliegio giapponese.

È interessante sapere che, anche se Sakura (사쿠라) è il modo più comune per riferirsi al fiore di ciliegio, la parola coreana per questo fiore è beojkkoch (벚꽃). Inoltre, anche se la Corea continua a prendere in prestito la parola Hanami (하나미) per individuare la festa dedicata alla fioritura dei ciliegi, il nome coreano per questo evento è kkot-gugyeong (꽃 구경).

Tornando al significato allegorico del fiore di ciliegio, i giapponesi ne hanno una visione metafisica e lo vedono come un connettore per l’eternità di anime. D’altro canto ciò che ritengono i coreani non è molto differente, anche se il modo che hanno di descriverlo lo rende più romantico: se due innamorati passeggiano lungo via costeggiata da ciliegi in fiore, invecchieranno insieme e il loro amore durerà tutta la vita. Ecco perché nei film o drama romantici sudcoreani, spesso l’happy ending è rappresentato dalla coppia che percorrono un tunnel di ciliegi in fiore.

Oggi l’Hanami è uno degli eventi che attira più turisti in Corea. Oltre tre milioni di persone accorrono ogni primavera per vedere questo spettacolo della natura.  Il più grande evento è il Festival di Gunhangie nel distretto di Jinhae di Changwon.  A Jinhae ci sono migliaia di ciliegi che formano spettacolari tunnel fioriti, come quello della stazione di Gyeonghwa, e i festeggiamenti sono rallegrati da innumerevoli spettacoli, sfilate ed eventi culturali. Ma quello di Gunhangie non è il solo posto dove si può godere della festa dei ciliegi. Molti eventi sono in ogni provincia, sull’isola di Jeju e tantissimi anche a Seul.

Se due innamorati passeggiano lungo via costeggiata da ciliegi in fiore, invecchieranno insieme e il loro amore durerà tutta la vita.

Nella capitale i luoghi più famosi dove ammirare i ciliegi in fiore sono lo Yeouido Park e il palazzo di Changgyeonggun. Nei giorni dei festeggiamenti tutto è dedicato al Sakura e per strada si possono assaggiare pane ai fiori di ciliegio (벚꽃빵) e biscotti alla ciliegia a forma di fiore.

Per gli studenti coreani la fioritura dei ciliegi è considerata il simbolo dell’avvicinarsi degli esami scolastici di metà anno.

Le leggende sui Sakura sono tante, la gran parte di origine giapponese. Anche la Corea del Sud ha alcuni racconti mitologici sui ciliegi, uno di questi è la leggenda originaria dell’isola di Jeju. Non è stato facile trovarla e quando ci sono riuscita, mi sono emozionata nello scoprire la bellezza di quest’antico racconto che ho potuto adattare alla nostra lingua grazie all’aiuto di un’amica coreana, che ha generosamente accettato di tradurla per me:

La leggenda fiabesca dello Yoshino, il primo ciliegio dell’isola di Jeju.

Un giovane e umile taglialegna viveva ai piedi del monte Hanla nell’isola di Jeju. Il ragazzo aveva un cuore grande e per questo era molto amato da tutti gli abitanti del piccolo villaggio. Egli si prendeva cura con amore di sua madre che era vedova e si sentiva onorato di farlo. Un giorno di primavera la donna si ammalò gravemente, questo gettò il ragazzo nella disperazione. Avvilito, chiese aiuto a un monaco e questi, impietosito, gli disse: «Se vuoi che tua madre guarisca, dovrai raggiungere la cima del monte Hanla. Lì, sulla sponda del lago Baengnokdam troverai dei cervi al pascolo. Dovrai tagliare il corno a uno di loro e con quello otterrai la medicina che salverà tua madre. Ma ricorda! Dopo aver ottenuto il corno, torna subito al villaggio senza mai guardarti indietro e non dovrai rispondere a nessun richiamo, per nessuna ragione!»

Il ragazzo il cui unico desiderio era assistere alla guarigione della mamma, si affrettò a partire. Giunto in cima al monte Hallasan, sulle rive del lago Baeknokdam scorse un branco di cervi. Notato l’animale più robusto e con le corna più grandi, gli si avvicinò lentamente e lo afferrò. La tranquillità del lago fu scossa dalla volontà del giovane di curare sua madre e da quella del cervo che lottava per fuggire. Durante il duro scontro, un corno del cervo si spezzò e cadde. Il taglialegna allora lo raccolse e corse via.  In quel momento si sentì chiamare dalla voce soave di una donna. Si fermò, ma prima di voltarsi ricordò l’avvertimento del monaco e scappò verso il villaggio senza voltarsi.  Appena a casa, diede a sua madre la medicina fatta con il corno di cervo e lei dopo poche ore, miracolosamente guarì.

Il ragazzo poté così tirare un sospiro di sollievo. La voce di donna che lo aveva invocato in cima al monte gli era  però rimasta nel cuore. Così qualche giorno dopo decise di tornare sulle rive del lago. Lì, tra i cervi, scorse una donna così bella da sembrare una fata che quando lo vide gli sorrise e gli si avvicinò. Gli disse di chiamarsi Yoshino, che vuol dire speranza, e che era lì per fare la guardia ai cervi per conto di suo padre. Il giovane taglialegna allora chiese perdono per aver assalito uno dei cervi e spiegò il motivo del suo comportamento. La fanciulla lo rassicurò dicendogli che, venendo a sapere della sua pietà filiale, suo padre l’avrebbe di certo perdonato. Il ragazzo che si era innamorato di lei a prima vista, le chiese allora di sposarlo e lei accettò.

La giovane coppia visse giorni felici nella casa sulle rive del lago, ma un mattino il ragazzo non trovò più la sua sposa. Disperato, la cercò ovunque ma con l’arrivo dell’inverno dovette arrendersi e tornare al villaggio con il cuore infranto. Sapeva di non poter raccontare a nessuno ciò che gli era successo, così iniziò a parlare sempre meno e la disperazione gli fece perdere l’appetito. In primavera, deciso a ritrovare la sua sposa, tornò sul monte Hanla, ma dove c’era stata la casa della ragazza trovò uno splendido albero fiorito. Era il grande ciliegio. Il ragazzo s’inebriò annusando il profumo di quei fiori e, stanco, si addormentò all’ombra dello splendido albero. Fu allora che la moglie gli apparve in sogno.

Ella gli rivelò di essere figlia della divinità del monte Hanla. Raccontò che anche se suo padre lo aveva perdonato per aver preso il corno di cervo, si era infuriato con lei per aver sposato un uomo. Così  l’aveva punita trasformandola per sempre nell’albero sotto il quale si era addormentato.

Il giovane taglialegna si risvegliò disperato. Restò accanto al ciliegio pregando che la sua Yoshino tornasse da lui, ma i giorni passarono, i fiori appassirono e la fanciulla non fece più ritorno.

Prima di concludere ci tengo a dire un’altra cosa. Facendo ricerche su quest’affascinante argomento, ho scoperto altre cose molto interessanti. Una di queste è la leggenda Nord Coreana dei fiori di ciliegio. La sua origine si basa su una bellissima storia di amicizia che pare abbia fondamenta nella realtà. Un racconto dell’epoca Joseon che mi ha affascinata e di cui ho deciso di parlare in un prossimo articolo.

Fonti web:  1;  2;  3; 4.

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Goblin – The Lonely and Great God 쓸쓸하고 찬란하神 – 도깨비

Una storia mai scontata, profonda e intensa, che di diritto è tra i classici che vanno assolutamente visti.

di Donatella Perullo

Genere: Fantasy/ Dramma/romance

Sceneggiatura: Kim Eun-Sook

Regia: Lee Eung-bok; Kwon Hyuk-chan; Yoon Jong-ho

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero di episodi: 16  di  60 minuti

Anno di prima messa in onda: 2017

Dove vederlo: In streaming sull’App  Viki standard

Main Cast:

Kim Shin (Gong Yoo)

Ji Eun-tak (Kim Go-eun)

Cupo Mietitore (Lee Dong Wook)

Kim Sun Sunny (Yoo In-na)

Yoo Deok-hwa (Yook Sung-jae)

La scena si apre con una sanguinosa battaglia. Un combattimento epico, di grande impatto, che ci fa subito comprendere la potenza del personaggio rappresentato da Kim Shin (Gong Yoo).

Durante la Dinastia Goryeo, che dominò la Corea dal 918 al 1392, il generale Kim Shin è cognato e fedele guerriero del re. L’uomo non può immaginare che il primo consigliere ha sobillato il giovane sovrano al punto da convincerlo della sua infedeltà. Così, al ritorno vittorioso da una battaglia, si reca ignaro al cospetto del re e anziché essere accolto come un eroe, è trattato da traditore. Straziato, egli è costretto ad assistere all’uccisione della cara sorella e di altri familiari prima di essere a sua volta assassinato dal suo più fedele attendente, costretto a trapassargli il petto con la sua stessa spada.

In punto di morte Kim Shin implora Dio perché gli conceda di vivere e vendicarsi, ma la sua preghiera non è accolta come vorrebbe dall’altissimo. Questi lo trasforma, infatti, in un Goblin (도깨비dokkaebi), un immortale dalle abilità eccezionali che può interagire con gli esseri umani, aiutandoli. La sola condizione perché Kim Shin possa un giorno porre fine alla sua esistenza di solitudine, sarà trovare la sua Sposa.  L’unica persona che sarà in grado di estrarre la spada dal suo petto e liberarne finalmente l’anima, consentendogli di trovare la pace.

Il cuore della storia ha inizio ai giorni nostri. Ritroviamo Kim Shin accudito dal discendente del servitore che lo seguiva nel primo millennio. È un uomo dall’aspetto di un trentottenne, ma con un bagaglio infinito di sofferenze che lo spingono a desiderare di incontrare finalmente la donna in grado di liberarlo dalla maledizione e da quell’eterna solitudine dell’anima.

In una piovosa mattina d’autunno egli incrocia casualmente la liceale Ji Eun-tak (Kim Go-Eun). I due sembrano notarsi appena eppure tra loro scatta una connessione soprannaturale. Poco dopo, infatti, il Goblin scopre che la ragazza ha anche l’innata capacità di evocarlo, spegnendo una fiammella. Orfana e nata grazie a un miracolo, Eun Tak è in grado di vedere i fantasmi e comunicare con loro. Per questo, quando Kim Shin le appare per la prima volta, non resta sorpresa e si convince che sia uno spirito. Capirà presto, però, che le sta accadendo qualcosa di straordinario e resterà affascinata dal misterioso uomo che tenta in ogni modo di mantenere le distanze. Nonostante la lunga esistenza, infatti, Kim Shin conserva un animo puro e inesperto di alcuni aspetti del vivere umano. Non è mai stato innamorato ed è guardingo verso quella ragazzina che con ingenuità stravolge ogni suo equilibrio.

“Incontrarti nella mia vita è stata una ricompensa. Verrò come la pioggia. Verrò come la prima neve. Per poter fare almeno questo, implorerò Dio” (Kim Shin)

Ben presto una serie di vicissitudini porterà il Goblin a dividere la propria casa con lei, ma soprattutto con un Cupo Mietitore (Lee Dong Wook). Il Mietitore è una sorta di angelo della morte che guida le anime alla loro reincarnazione o alla vita dopo la morte. Egli come tutti i mietitori compie questo lavoro come punizione per aver commesso in vita il più grande dei peccati. Colpa della quale non ha memoria. Durante questa convivenza forzata, tra i tre nascerà un’amicizia molto forte ed Eun Tak capirà di essere la Sposa del Goblin. 

Si offrirà perciò di estrarre dal petto del dio, la spada che ne imprigiona l’anima. Dall’incontro con questa deliziosa fanciulla, però, in Kim Shin nasce per la prima volta il desiderio di vivere per godere, finalmente, del suo primo e unico amore. Questa nuova presa di coscienza e la folle speranza di poter restare al fianco della ragazza, spingeranno il millenario Goblin a procrastinare il momento in cui la spada verrà estratta.

Gli ostacoli che si frapporranno tra loro e la sperata felicità saranno però innumerevoli. In più, ben presto, anche il tetro passato del nobile generale tornerà a rabbuiare il futuro auspicato. Tra colpi di scena, momenti di alta poesia e attimi che suscitano introspezione e riflessione, lo spettatore si ritroverà a ragionare sulla complessità della vita e della morte. Questo Drama si rivela essere, insomma, una pietra miliare del genere. La storia narrata da Kim Eun-sook ci conduce per mano in un mondo sospeso tra realtà e soprannaturale. Attraverso dialoghi poetici e curati, ci permette di affrontare temi importanti e mistici, in un caleidoscopio di emozioni, tra dramma e commedia. Uno dei punti di forza di questa storia è, infatti, il giusto equilibrio con il quale è narrata.

Non ci sono momenti di stanca e ci si ritroverà a ridere di cuore, con la gola ancora serrata dalla commozione provocata dalla scena precedente. Il rapporto tra il Goblin e il Cupo Mietitore ne è l’esempio più lampante. Gong Yoo e Lee Dong Wook danno vita a una bromance eccezionale. I loro dialoghi sono vere e proprie gag teatrali che fanno di loro una delle migliori coppie sceniche viste finora in un k drama.

In conclusione Goblin è una storia mai scontata, profonda, intensa che, per quanto mi riguarda, annovero tra i classici che vanno assolutamente visti.

“Conserva solo i ricordi brillanti e felici e dimentica tutti i momenti tristi e difficili della tua vita passata e di quella presente… e dimenticati di me.” (Cupo mietitore)

Non possiamo che essere grati alla sceneggiatrice che ha atteso ben tre anni la disponibilità di Gong Yoo a impersonare Kim Shin. Ha avuto ragione, lui era il solo Goblin possibile.

A parte l’inopinabile bravura di Gong Yoo e di tutto il cast, la storia raccontata da Kim Eun Sook è un sapiente cesello di emozioni. Un’altalena di sensazioni che trasporta con garbo lo spettatore nel mondo magico e pregno di sentimenti del Goblin e della sua sposa.

Lo straordinario successo internazionale di questo Drama è, insomma, del tutto meritato.

Se prendi al volo una foglia d’acero che cade dal ramo, ti innamorerai della persona con cui stai camminando… è come la tradizione per la quale sposerai il tuo primo amore se afferri un fiore di ciliegio. (Eun Tak)

Le OST racchiuse in due album, sono cucite ad arte su questa delicata storia e hanno ricevuto otto riconoscimenti. Tra le più belle ci sono Stay With me, interpretata da Chanyeol degli EXO e Punch, Round and round cantata da Heize, Beautiful da Crush e I miss you da Soyou.

Goblin ha vinto ben ventisei premi, di cui cinque aggiudicati da Gong Yoo. Anche Kim Go-eun, Lee Dong Wook, Yoo In-na e Jook Sung-jae sono stati nominati Best actor. Il premio come miglior sceneggiatura a Kim Eun Sook era d’obbligo.

Una curiosità: il libro di poesie che Kim Shin recita durante una delle scene più emotivamente rilevanti di Goblin – The Lonely and Great God  esiste davvero. La raccolta di poesie è The Physics of Love di Kim In-yooh e con l’uscita del drama ha ottenuto una rinnovata attenzione da parte del pubblico e un picco delle vendite.

La mia valutazione
9.7/10
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Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo (달의 연인 – 보보경심 려)

La ricostruzione fedele di un’epoca che ha cambiato il destino di una nazione. Un amore unico che sfida il tempo.

di Maria de riggi

Genere: Storico/Fantasy/Romance

Sceneggiatura: Jo Yoon-young

Regia: Kim Kyu-Tae

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero di episodi: 20 di un’ora circa

Anno di prima messa in onda: 2016

Dove vederlo: In streaming sul blog Love Moon my blog, previa registrazione

Main Cast:

IU (Hae-Soo)

Lee Joon-Gi  (Wang So  – 4° principe)

Kang Ha-Neul (Wang Wook  – 8° principe)

Hong Jong-Hyun (Wang Yo – 3° principe)

Baekhyun  (Wang Eun – 10° principe)

Nam Joo-Hyuk  (Baek Ah -13° principe)

Ji Soo  (Wang Jung -14° principe)

Kim San-Ho  (1° Principe ereditario)

Yoon Sun-Woo  (Wang Won – 9° principe)

Kang Han-Na (Principessa Yeon-Hwa)

Seohyun  (Prinipessa Woo-Hee)

Kim Sung-Kyun (Choi Ji-Mong)

Z.Hera (Soon-Duk)   

Go Ha-jin (IU) è una giovane estetista che sta attraversando un periodo difficile. Mentre è sulla sponda di un piccolo lago e ripercorre con la mente le dolorose vicende degli ultimi giorni, il grido di un bambino che sta per annegare attira la sua attenzione. Senza esitazioni, la ragazza si tuffa nelle acque gelide e lo salva, ma viene trascinata a fondo e rischia a sua volta di affogare. È in quel momento che accade qualcosa di straordinario: un’eclissi di sole provoca l’apertura di un buco temporale e Ha-jin è trasportata nell’anno 941, nel corpo della sedicenne Hae Soo.

Da questo momento in poi la storia è ambientata durante la dinastia Goryeo, regno coreano fondato nel  918 da re Taejo dopo che ebbe unificato i Tre regni posteriori. Per re Taejo non fu facile tenere unito un regno così vasto.

“Se non ti avessi mai incontrato non mi mancheresti così tanto. Se non ti avessi adorato non avrei così tanti ricordi.” (Hae Soo)

Per farlo strinse molte alleanze con famiglie potenti e influenti attraverso unioni matrimoniali da cui nacquero numerosi figli. In Moon Lovers conosceremo otto principi, personaggi ben caratterizzati   e assisteremo alla ricostruzione, seppur romanzata, della lotta per il potere di alcuni di loro.

Dopo il suo risveglio nel passato, Ha-jin crede di essere morta e di trovarsi in Paradiso, ma quasi subito è costretta ad arrendersi all’incredibile realtà. Ad aiutarla in questo difficile momento c’è Wank Uk, il colto e gentile ottavo principe, del quale Ha-jin ben presto s’innamora.  Non sarà lui, però, la persona a lei destinata, perché il vero amore indosserà le vesti di un altro principe

Hae Soo non sa, infatti, che riuscirà a cambiare il cuore di Gwangjong di Goryeo (del quale potete leggere qui la vera storia), il re che ha conosciuto attraverso i libri di storia come un sanguinario e che invece, grazie al suo intervento, diverrà un re capace di riforme all’avanguardia per quei tempi (così come è nella realtà). La vita di Ha-jin, ormai diventata Hae Soo dunque, cambia ulteriormente quando incontra il freddo e crudele Wang So (Lee Joon-Gi). Il ragazzo che ha il volto sfregiato  e che per questo ha subito il rifiuto dalla madre, è stato costretto a crescere lontano dalla famiglia e a convivere con una ferita profonda che gli devasta l’anima. Costretto a combattere fin da piccolo i pregiudizi (all’epoca chi aveva una cicatrice era considerato una persona che portava sfortuna), Wang So è carico di una rabbia che non riesce a reprimere.

Ogni sua azione è rivolta al desiderio di vendetta nei confronti della madre che lo ha rifiutato, ma nello stesso tempo ha un bisogno doloroso di essere accettato da lei. L’incontro con Hae Soo gli consentirà per la prima volta di comprendere cosa sia l’affetto. Pian piano tra loro nascerà l’amore, un sentimento travolgente che lotterà strenuamente contro il potere e il destino.
La protagonista quindi è una ragazza del 21° secolo, indipendente e vivace, dal forte spirito combattivo, che parla di uguaglianza e giustizia con fervore. Per questi aspetti, atipici per il periodo storico, divenuta Hae Soo, molti dei principi ne saranno affascinati. Vivendo in una realtà diversa, nella quale ci sono regole precise e dove si rischia con facilità la vita a causa di intrighi o di errori verso l’etichetta di corte, per sopravvivere la ragazza dovrà cambiare gradualmente atteggiamento e soffocare il suo spirito combattivo.

“Se sei tu… posso mettermi nelle tue mani. Fai quello che vuoi. Ora sono tuo” (Wang So)

La vedremo divenire una ragazza più sottomessa e un velo di tristezza sostiturà pian piano l’energica forza che traspare dal suo viso nelle prime puntate, ma non sarà il solo personaggio a modificarsi e a crescere durante lo scorrere delle puntate. Resi indimenticabili dalle superbe interpretazioni di attori come Kang Ha-Neul e Lee Joon-gi, i personaggi di Wank Uk e Wang So ci mostreranno i tormenti e la crescita interiore dei due principi, facendoci tifare per loro, facendoceli odiare e amare, trascinandoci di prepotenza in un’epoca storica e in una cultura così lontane da noi e che alla fine sentiremo tanto vicine che sarà difficile tornare al presente e alla realtà.

Il Drama Moon Lovers – Scarlet Heart Ryeo è la trasposizione coreana del romanzo Bubujingxin della scrittrice cinese Ren Haiyan conosciuta con lo pseudonimo di Tong Hua, dal quale già nel 2011 era stata tratta l’omonima serie Cinese.

Grazie all’accuratezza storica e all’analisi dell’animo umano, la versione coreana di Moon Lovers è un drama con più chiavi di lettura. Così come evidenziato da Tong Hua nel suo libro, il drama rappresenta con chiarezza come il potere sia in grado di devastare ogni cosa: l’amore, la famiglia, l’amicizia. Tutto perde valore di fronte alla sua influenza.

Inoltre, insieme ai vari messaggi disseminati in questo bellissimo drama, quello più bello forse è che l’amore, anche quello di una sola persona, se vero e profondo, può cambiare la storia.

La colonna sonora è di grande livello, impreziosita da brani come For You (EXO), Say Yes (Loco, Punch), Goodbye (Im Do-hyuk) e My Love (Lee Hi), garantiscono allo spettatore emozioni forti e di grande impatto che rendono Moon Lovers un Drama indimenticabile.

“L’opposto di amare non è odiare, ma lasciare.” (Hae Soo)

Curiosità

La forcina con la peonia che Wang So dona a Hae Soo è stata disegnata dalla stessa IU;

Il 28 ottobre 2016  Moon Lovers ha ricevuto il premio Orgoglio della cultura coreana ai Korea Brand Award per il contributo allo scambio di contenuti culturali tra Corea e Cina. A fine anno è stato candidato a dodici premi agli SBS Drama Awards, vincendone sette.

La mia valutazione
10/10
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Lee Joon-gi (이준기)

Il perfezionista dallo sguardo magnetico che trova l’equilibrio nel taekwondo

di Maria de riggi

Cognome: Lee

Nome: Joon-gi ( anche noto come Jun-ki)

Luogo di Nascita: Pusan – Corea del Sud

Data di nascita: 17 aprile 1982

Altezza: 178 cm

Peso: 66 Kg

Segno zodiacale: Ariete

LEE JOON-GI SOCIAL

Articolo aggiornato il 14 gennaio 2021

Lee Joon-gi, conosciuto anche come Lee Joon- ki, Lee Jun- gi o Lee Jun- ki, è nato a Pusan (부산) in Corea del Sud il 17 aprile 1982. È un attore, cantante, modello e ballerino. 

Nell’assistere a una rappresentazione dell’Amleto, resta affascinato dall’arte dello spettacolo. Questo colpo di fulmine lo spinge, anziché entrare al college, a trasferirsi a Seul con il sogno di diventare attore.  Nei due anni successivi, il giovane Lee Joon- gi si sostenta con vari lavori part-time, ma poi finalmente ottiene l’ammissione al Seoul Institute of the Arts e nel 2001 debutta come modello.

Il suo primo ruolo importante lo ottiene dopo la laurea in recitazione, quando è scritturato nel film The King and the clown. Il ruolo che gli viene assegnato è quello di un giovane effeminato del tardo XV secolo, costretto a essere l’amante del re Yeonsangun di Joseon.

Lee Joon-gi fu scelto tra ben tremila attori. Per distinguersi, alla fine dell’audizione, fece una verticale con le gambe aperte. Particolare che colpì gli addetti ai lavori che decisero di inserire la verticale in una scena del film.

Con sua grande sorpresa, il film diventa in Corea del Sud il maggior successo cinematografico della storia, con oltre dodici milioni di spettatori. Nonostante l’enorme riscontro ottenuto, però, The King and the clown è censurato in Cina, che lo distribuisce solo in DVD nel 2006.

Questo incredibile successo, ha reso Lee Joon-gi un’icona dell’estetica maschile coreana. Quest’etichetta ha creato però grande imbarazzo nell’attore che più volte ha cercato di scrollarsela di dosso. Essendo un animo sensibile ha avuto difficoltà a gestire il successo e ha sofferto di depressione. Lui l’ha ironicamente definita sindrome da star. Si sentiva abbandonato dalla famiglia e dagli amici, ma grazie all’aiuto costante e affettuoso del padre ha superato quel difficile momento.

Una Curiosità: Lee Joon-gi Indossa spesso un orecchino d’argento a forma di croce che gli è stato regalato da sua nonna. 

Nel 2008 è protagonista del drama Iljimae (ramo di fiori di pruno), basato sul manhwa (fumetto) omonimo di Ko Woo-young, pubblicato tra il 1975 e il 1977. Il personaggio di Iljimae, considerato il Robin Hood coreano dell’era Joseon, è divenuto uno dei maggiori successi di quella stagione televisiva. La serie è stata trasmessa anche in Giappone da TV Tokyo e nello stesso anno l’attore è stato nominato ambasciatore per il turismo in Corea.

Nel 2009 è primo attore nella serie televisiva Hero, trasmessa da MBC. La popolarità di Lee Joon-gi cresce, però, esponenzialmente con la sua interpretazione di Wang So, il quarto principe, nel drama Moon Lovers – Scarler Ryeo

In quell’anno il suo nome fu, infatti, il primo tra i termini di ricerca nei vari portali coreani.

Lee Joon-gi è un perfezionista e l’ha dimostrato più volte, anche quando per rendere al meglio il personaggio di Wang So, è dimagrito di ben quindici chili. È terzo Dan in Taekwondo, primo in Aikido e primo in Taekkyeon. Si allena duramente molte ore tutti i giorni, anche perché nelle scene di azione non usa controfigure.

La sua professionalità e bravura gli hanno conferito fino a oggi ben quarantuno premi come miglior interprete.

Lee Joon-gi è molto apprezzato come cantante e dal 2006 al 2018 ha pubblicato nove tra album e mini album, l’ultimo nel dicembre 2018, intitolato Delight.

Ha partecipato a vari tour in Asia per incontrare le fan che lo adorano.

Cantare era uno dei suoi sogni fin da giovane, ma ama molto anche ballare. Ha fatto varie audizioni, anche alla SM Entertainment, sede del gruppo femminile Girls’ Generation.

Lee Joon-gi è apparso in “Resident Evil: The Final Chapter” nei panni del cattivo Comandante Lee. È stato scelto dal regista Paul W.S. Anderson grazie a un video su YouTube creato dalle fan, in cui compariva in acrobatiche scene d’azione. Conquistato dalla bravura e dallo sguardo carismatico dell’attore, il regista ha contattato la sua agenzia per offrirgli un ruolo senza fargli neppure un’audizione. Milla Jovovich, la protagonista del film, è rimasta affascinata dal fatto che l’attore abbia realizzato tutte le acrobazie senza usare alcun cavo. Lo ha definito un “ladro di scene” durante un’intervista con l’Entertainment Weekly di KBS .

Joon-gi è amico di molti dei suoi co-protagonisti ai quali ama mostrare il proprio sostegno. Ha partecipato ai concerti della cantante IU, dopo aver recitato con lei in “Moon Lovers: Scarlet Heart Ryo”. È anche apparso in un cameo nel drama “Hotel del Luna” in cui IU è la protagonista. I due si sono supportati a vicenda, mandandosi i caratteristici camioncini di cibo sui set.

Quando lavora a un nuovo progetto si immerge completamente nel ruolo che deve interpretare. Lavora molto sull’aspetto interiore del personaggio, entrandoci in simbiosi, tanto che quando finisce le riprese, ha bisogno di tempo per distaccarsene e ritornare alla normalità.

La sua dedizione è tale che si è esibito sul palco nonostante avesse ricevuto cinquanta punti di sutura sulla fronte.

L’episodio avvenne durante le prove finali per il musical dell’esercito Voyage of Life. L’artista  batté la testa su una struttura d’acciaio e a poche ora dall’inizio dello spettacolo fu portato  in ospedale, necessitando di cinquanta punti di sutura. Sebbene l’ infortunio fosse grave, non volendo deludere i fan che avevano acquistato i biglietti, si esibì ugualmente con la testa bendata.

Il suo ultimo successo è Flower of Evil.

La superba interpretazione ha suscitato grande interesse non solo per il drama, ma anche per lo stesso Lee Joon-gi. Alla messa in onda della serie, infatti, per tre settimane consecutive, nell’agosto 2020, l’artista è salito in cima alla classifica degli attori drammatici più interessanti. Si è inoltre classificato nelle prime posizioni tra le parole chiave dei motori ricerca. Ha dominato su piattaforme e portali rinomati, come Weibo, TikTok e Baidu, affascinando gli spettatori di tutto il mondo.

Ha due adorabili Chihuahua “Ggabi” e “Jjoonie”. Nel reality show coreano “My Ear’s Candy” nel 2017, oltre a mostrare quanto fossero carini, ha anche fatto in modo che i cani mettessero in mostra il loro addestramento.

Fonti: (1), (2), (3)

FILMOGRAFIA

DRAMA

Star’s Echo (2004)

Drama City: What Should I Do? (2004)

My Girl (2005)

Time Between Dog and Wolf(2007)

Iljimae (2008)

Hero(2009)

Arang and the Magistrate(2012)

Two Weeks(2013)

Gunman in Joseon (2014)

Scholar Who Walks the Night (2015)

Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo (2016)

Seven First Kisses (2016)

Criminal Minds (2017)

Lawless Lawyer (2018)

Flower of Evil (2020)

CINEMA

The Hotel Venus (2004)

Flying Boys (2004)

The King and the Clown (2005)

Fly Daddy Fly (2006)

May 18/Splendid Holiday (2007)

Virgin Snow (2007)

Begin Again/Under the Sicily Sun (2016)

Resident Evil: Day of doom (2017)

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Hotel del Luna (호텔 델루나)

L’Hotel Del Luna è un luogo speciale, riservato ad accogliere le anime che hanno lasciato qualcosa d’irrisolto nella vita e non riescono a passare oltre.

di Maria de riggi

Genere: Fantasy/Romance

Sceneggiatura: Sorelle Hong (Hong Mi-ran e Hong Jung-eun)

Regia: Oh Choong-Hwan

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero di episodi: 16 di un’ora circa

Anno di prima messa in onda: 2019

Dove vederlo: In streaming sull’app  gratuita VIKI

Main Cast:

IU (Jang Man-wol)

Yeo Jin (Goo/Koo Chan-Sung)

Jeong Dong (Hwan /Manager No)

Shin Jung(Keun/Kim Sun-Bi)

Bae Hae-Sun (Choi Seo-hee)

P.O (Ji Hyun-joong)

L’Hotel Del Luna è una magnifica costruzione millenaria non visibile agli occhi degli umani. È un luogo speciale, riservato ad accogliere le anime che hanno lasciato qualcosa d’irrisolto nella vita e non riescono a passare oltre. È Jang Man-wol (IU- Lee Ji-eun), una donna sospesa da mille anni tra la vita e la morte, a gestire l’edificio. Sarà condannata a farlo finché non troverà la redenzione e qualcuno che abbia commesso un peccato più grave del suo che prenderà il suo posto. Tutto cambia quando nell’hotel arriva Koo Chan-sung (Yeo Jin Goo), il giovanissimo manager di una multinazionale alberghiera.  Per un accordo stipulato da suo padre con Man Wol, il giovane è costretto a divenire il direttore dell’Hotel Del Luna. Come il precedente direttore, Koo Chan-sung sarà in grado non solo di vedere l’albergo, ma anche gli spiriti che lo frequentano.

Hotel Del Luna è un drama perfetto per chi ama i colori e le immagini. La storia punta a catturare lo sguardo dello spettatore, che è avvolto dalla bellezza delle scene che spesso sembrano veri e propri quadri. Il racconto si snoda tra la vita passata della protagonista e il presente, e la narrazione principale è impreziosita dalle storie delle anime ospiti dell’albergo. Le tematiche affrontate sono molto importanti come la morte e il modo in cui ognuno sceglie di affrontarla, il suicidio e il bullismo.

Anche le scene drammatiche non sono mai pesanti, perché spesso accompagnate da una delicata vena ironica. Le anime che passano in questo hotel, che rappresenta una sorta di purgatorio, sono arrabbiate e spesso covano sentimenti di vendetta nei confronti di chi in vita li ha delusi o traditi.

Le persone spesso ci deludono e quando i sentimenti sono molto forti, diventa più complicato accettare un tradimento, un inganno. Così queste anime devono riuscire, attraverso il perdono e la comprensione, a liberarsi dal rancore per poter passare oltre. Anche Man Wol deve redimersi ed è condannata a vivere sospesa nel tempo, nonostante abbia persino dimenticato quale peccato abbia commesso. Nel momento in cui riuscirà a liberarsi del sentimento di vendetta, la sua vita riprenderà a scorrere, seguendo il normale corso del tempo. La sua anima è legata all’albero intorno al quale mille anni prima si è innalzato il maestoso hotel, albero la cui fioritura determinerà il segno del cambiamento. Alla fine, ciò che può guarire le ferite è l’amore e il destino porrà sul cammino di Man Wol la persona capace di risvegliarne il calore del cuore.

“Nei ricordi su un mondo segreto che le altre persone non possono vedere, ci sei tu”

Il protagonista maschile Koo Chan-sung (Yeo Jin Gu) è perfetto nel suo ruolo. Il giovane attore riesce a conferire al personaggio quell’innocenza potente che si contrappone al peccato che accompagna invece Man Wol. Yeo Jin Gu potrebbe apparire oscurato dall’esuberanza del personaggio di IU, complesso e ricco di sfaccettature, ma al contrario emerge in tutta la sua bravura e addirittura lo esalta.

Meravigliosi sono gli abiti vintage creati dai costumisti e indossati soprattutto da IU, che cambia outfit anche una dozzina di volte in ogni episodio.

Un personaggio fondamentale è Ma go (la bravissima Seo Yi-sook), una divinità dai molti volti (12 in questo caso), che interverrà più volte nella vita dei protagonisti.

Visto il grande successo di Hotel del Luna, dopo il cameo nell’ultima puntata di Kim Soo Hyun, si è parlato anche di una probabile seconda stagione. Le sorelle Hong hanno negato questa possibilità, ma non è escluso che ci ripensino e decidano di raccontare la storia del nuovo proprietario dell’hotel. Ancora una volta le due sceneggiatrici hanno deciso di lasciare allo spettatore il compito di interpretare a proprio modo il finale. Forse perché convinte che, come nella storia dell’Universo, anche nella vita non esista un finale determinato.

Bellissime le Ost che accompagnano questa straordinaria storia, in particolare Another Day, cantata da Monday Kiz e Punch e Done for Me, interpretata da Punch. La stessa IU ha composto e interpretato il brano Our happy ending.

Curiosità

Sanchez, l’amico di Koo Chan song interpretato da Jo Hyun-chu, ogni tanto urla parole in italiano, creando siparietti divertenti.

Alcune delle scene più riuscite sono state improvvisate dagli attori stessi che si sono molto divertiti. Dietro le quinte si è respirato un bel clima, tutti gli attori erano affiatati. Tra IU e Yeo Jin Gu è nata una profonda amicizia. Hotel Del Luna è stato uno dei drama di maggior successo del 2019 per la tvN.

Alla fine delle riprese gli attori sono partiti per un viaggio-premio e hanno sfoggiato al ritorno una collanina con una medaglietta che rappresenta il simbolo del drama e cioè la luna piena.

La mia valutazione
9/10
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