di Donatella Perullo
Attenzione
Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.
Capitolo 7
Quando scesero dalla metropolitana, Wang So era stravolto. Non era preparato per tutto ciò. Del mondo in cui aveva vissuto, sembrava non esistere più nulla. Solo il tepore della mano di Hae Soo che stringeva la sua, riuscì a tenere a bada i battiti del cuore imbizzarrito. La seguì senza dire nulla, spostando su di lei lo sguardo ogni volta che iniziava a sentirsi perso. Allora sentiva tornare la pace e la consapevolezza che qualsiasi sarebbe stato il prezzo pagato per giungere fin li, ne sarebbe valsa la pena.
Da quando avevano lasciato il Goryeo Era Makeup Culture ed erano riusciti a far perdere le loro tracce, non avevano proferito parola. Timorosi entrambi di parlarsi, si erano limitati a scambiarsi sguardi complici e rassicuranti, senza lasciare mai, neanche per un istante, la mano l’uno dell’altra.
Se da un lato Wang So temeva di scoprire che lei non ricordasse lui né il loro amore, dall’altro lo auspicava. Peggio dell’inferno che aveva vissuto, sarebbe stato scoprire che ricordava ogni cosa e non lo amasse più. Ne avrebbe avuto ogni ragione dopo come si era comportato. L’aveva lasciata andare, senza dare ascolto al proprio cuore e alla propria disperazione, ma solo all’orgoglio. Le ultime immagini che serbava di lei erano quelle che aveva spiato, carico di livore. L’aveva osservata mentre Wang Jung la sollevava tra le braccia, nel giardino della casa dov’era andata a vivere con lui. Accecato dalla folle gelosia che lo attanagliava, non aveva visto la sofferenza sul volto cereo di lei, né la debolezza dei suoi gesti. Aveva creato dentro di sé scenari languidi tra loro, destinando Hae So a una fine disperata e se stesso a una vita peggiore della morte.
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Dal canto suo Ha-jin lo guardava di sottecchi, per trovare, senza riuscirci, differenze tra il volto di quell’uomo e quello del suo amato re. Tutto di lui le toglieva il fiato, ogni dettaglio la faceva sentire folle e perdura per sempre, oltre il tempo e oltre la morte. Continuò a ripetersi per tutto il tempo che non era Wang So, che non era possibile fosse lui. Eppure un’altra vocina, più profonda e intima le gridava che dopo ciò che le era accaduto, nulla avrebbe potuto essere impossibile. In quei momenti, il cuore accelerava come se avesse voluto corrergli incontro. Due volte tentò timidamente di lasciargli la mano, come nel timore di restare ustionata dal fuoco che le ardeva dentro. Lui però non le permise di sciogliersi dalla presa tenera ma decisa, trattenendola più con il panico dello sguardo che con la forza delle dita.
Lasciarono la linea nove della metropolitana, all’uscita due della stazione di DongJang. Era pomeriggio inoltrato e Ha-jin cercava un posto lontano dalla folla. Il primo luogo a venirle in mente era stata Seoraeseom Island, la piccola isola collegata al Banpo Hangang Park. Il luogo dove tante volte si era rifugiata in quell’anno durante il quale la disperazione era stata la sua compagna quotidiana. C’era un posto in particolare. Una panchina di legno chiaro, all’ombra di un salice piangente. Era all’estremità dell’isola che guardava verso il Banpodaegyo Bridge e che era diventata il suo posto segreto. Era lì che lo stava portando, per sentire la sua voce, guardarlo negli occhi e capire cosa stava succedendo.
Raggiunsero l’isola attraversando uno dei tre ponticelli che la collegavano al Banpo Hangang Park. Lì, tra i campi di colza e la vista del fiume, il loro passo si fece più lento e gradualmente i respiri meno affannati. Continuarono in silenzio il loro cammino, sempre mano nella mano, immersi ognuno nei propri timori e incertezze. Solo quando raggiunsero la panchina e sedettero vicini, lei trasse un profondo sospiro e rilassò le spalle.
«Qui sei al sicuro.» cercò di tranquillizzarlo «È il mio posto segreto e ogni volta che mi ci sono rifugiata, nessuno è riuscito a trovarmi.» sorrise.
Lui si guardò intorno, tra cielo e fiume, quel lembo di terra verdeggiante sembrava un brandello di paradiso. Sulla destra un enorme ponte univa le sponde del fiume Hangang. Il suo sguardo percorse di nuovo la bellezza che lo circondava, poi si posò su di lei e lì restò intrappolato.
“Se follia dev’essere la mia, che mi travolga una volta per tutte. Se ciò darà inizio alla mia fine, la accetterò come una benedizione. Perché preferisco mille volte finire priva di senno tra le braccia di quest’uomo, che savia negli inferi di un’esistenza senza di lui.”
«Sai chi sono?» le chiese, nonostante il terrore di sentire la risposta.
Lei fece cenno di no con la testa, poi tirò fuori il biglietto da visita che le aveva dato l’inseguitore e lo lesse. «Quell’uomo è il responsabile della sicurezza della Heal Cosmetics. Ha detto che la tua famiglia è disperata, che hai avuto un incidente e che hai bisogno di cure. È vero?»
Wang So annuì incantato dalla sua voce e rapito dal movimento delle sue labbra morbide.
«Lavoro da pochi mesi alla Heal Cosmetics, ma abbastanza per sapere che la presidentessa non dà ordini a cuor leggero. Se ha mobilitato la sicurezza per trovarti devi essere importante per lei. È così?»
Lui annuì: «Credo di sì.»
«Cosa vuol dire credo? Hanno parlato di un incidente, hai forse perso la memoria?»
«Colui che è caro alla persona di cui parli ha perso molto più di questo. Io invece spero di aver ritrovato tutto ciò che credevo perduto per sempre.»
«Non capisco.» sussurrò lei, temendo di credere alle sensazioni che provava.
«Davvero non capisci? Il tuo sguardo mi dice il contrario, Hae So.»
Go Ha-jin sgranò gli occhi e scattò in piedi, ma le gambe non la sorressero, costringendola a sedersi di nuovo. Wang So le prese entrambe le mani tra le sue, come se così facendo avesse potuto avvolgerle anche il cuore in un abbraccio protettivo.
«Sono folle? Sei un’allucinazione?» affannò la ragazza tenendo gli occhi bassi.
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Lui le prese con delicatezza il mento tra le dita e le sollevò il volto per poterne incontrare lo sguardo smarrito: «Se tu sei folle, lo siamo in due, mia Hae So. Ho attraversato la morte e il tempo per ritrovarti e non posso ancora credere di esserci riuscito. Temo che da un momento all’altro possa risvegliarmi nella realtà dalla quale ho cercato di fuggire, da quando tu non ne hai fatto più parte.»
Ha-jin tremava, vertigini improvvise la facevano sentire sul punto di perdere i sensi e un nodo feroce le stringeva la gola rendendole difficoltoso anche respirare. Nonostante ciò, guardandolo negli occhi, riuscì a pronunciare un flebile sussurro: «Wang So?»
“Se follia dev’essere la mia, che mi travolga una volta per tutte. Se ciò darà inizio alla mia fine, la accetterò come una benedizione. Perché preferisco mille volte finire priva di senno tra le braccia di quest’uomo, che savia negli inferi di un’esistenza senza di lui.” Pensò, ansante mentre sollevava una mano verso il suo volto per lambirlo, delicata.
Bastò quell’unica parola di lei per dare senso a tutta a sofferenza che aveva provato nella vita. Sin da quando era bambino, fino al giorno in cui aveva trovato la via per raggiungerla. Per la prima volta benedì l’immane dolore che aveva fatto da contrappunto alla sua esistenza perché lo aveva condotto a quel momento di gioia assoluta.
Wang So, avevano sussurrato le sue labbra. Wang So, e quel nome era risuonato come la più bella delle preghiere. Se quello fosse stato l’ultimo istante della sua vita, ne sarebbe stato contento, perché ora sapeva cos’era l’estasi d’amore, quella che rende ebbri di felicità.
Mentre nel petto l’eco del sussurro di lei vibrava ancora, la attirò a se e finalmente la baciò.
Fine secondo capitolo settimo
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Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved
Autore: Donatella
Napoletana di nascita, ma casertana d'adozione, è critica letteraria, recensora, ma soprattutto appassionata di scrittura. Dopo diverse pubblicazioni, nel 2017 approda alla Fanucci Editore e debutta nel mondo del noir con il poliziesco Il gioco del ragno. Nello stesso anno, con il marchio Fanucci - Leggereditore pubblica il romance Dolce risveglio. Vedi tutti gli articoli di Donatella
Alla fine dei capitoli c’è sempre la s ritta se ti è piaciuto s rivi un tuo commento…..
Beh che dire …ci fai sognare …entri in un mondo irreale ma fatato
Quindi posso solo dire….
STRAORDINARIAMENTE FANTASTICO❤
Cinzia sei sempre cara e il tuo entusiasmo, come sempre mi motiva a far crescere questa storia. Spero che il prossimo capitolo continuerà a entusiasmarti! <3