Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 6

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 6

Go Ha-jin si batté un pugno sul torace, per convincere il cuore a recuperare il suo battito regolare. Era come se una voragine le si fosse appena aperta nel petto. Quel volto dipinto, quegli occhi intensi e tristi le avevano provocato un vuoto impossibile da colmare. Uno tsunami di ricordi feroci l’aveva appena travolta e come un’onda anomala le aveva tolto il respiro. L’aveva trascinata dal limbo in cui era vissuta nell’ultimo anno, in un universo in cui tutto era dolore e mancanza di lui. Che cosa aveva fatto? Lo aveva lasciato solo, abbandonato in quel luogo senza amore e pietà. Gli aveva persino negato il diritto di sapere che era diventato padre. “Perdonami per averti lasciato solo.”

Qualcuno le porse un fazzoletto. Lo accettò senza riuscire a distogliere gli occhi dal ritratto del suo disperato re. Si asciugò le lacrime e l’essenza emanata dal lembo di stoffa, le provocò un sussulto. Le parve di essere tornata indietro a quei giorni, stretta nelle sue braccia, persa in quell’amore unico e ineguagliabile. Quel profumo speziato era unico e inconfondibile. Con gli occhi annebbiati dal pianto, guardò il fazzoletto. In apparenza era un comune foulard di cotone blu eppure aveva qualcosa di speciale, gli parlava del suo Wang So! Cercò di riprendersi dalla sorpresa e si voltò, ma chi le aveva offerto conforto era già lontano e stava lasciando la sala dall’ingresso secondario. Voleva seguirlo, ma due uomini si avvicinarono trafelati. Uno dei due la afferrò per un braccio: «Conosce quella persona?» chiese, mentre chi era con lui, correva dietro al fuggitivo.

Ha-jin guardò di nuovo il fazzoletto, poi la mano che le stringeva il braccio e con un gesto di stizza si liberò della presa.

L’altro fece un passo indietro e si scusò imbarazzato, accompagnando le parole con un inchino ossequioso.

«Mi perdoni signora. Quell’uomo ha bisogno di cure e dobbiamo trovarlo al più presto. Lei lo conosce? Sa dov’è andato?»

La ragazza scosse il capo: «No, mi ha solo offerto questo perché si è accorto che piangevo.» poi si portò di nuovo il fazzoletto al viso e s’immerse nel profumo meraviglioso che lo permeava. Tornò a guardare il quadro che ritraeva re Gwangjong di Goryeo e con occhi rapiti sussurrò: «Non so chi sia, ma devo trovarlo.»

«Come ha detto, scusi?» domandò l’uomo perplesso.

Go Ha-jin tornò padrona di sé e sorrise. D’improvviso sentiva tornata tutta la forza che credeva perduta per sempre e le parole speranza e futuro ebbero di nuovo significato. In pochi istanti aveva avuto la conferma di non essere folle, che il suo non era stato un sogno lucido, come suggerito dalla psicologa. I suoi erano ricordi! Erano vita vera e l’amore che aveva provato per Wang So non era stato un’illusione. Quel sentimento aveva e avrebbe continuato a dare senso alla sua esistenza. Ancora di più ora che sapeva che il centro del suo mondo non era stato frutto dell’immaginazione ma dolorosa e lontana realtà.

Sussultò e si portò una mano al ventre.

Quindi, anche la mia bambina …

Si coprì la bocca per impedirsi di urlare e gli occhi tornarono a riempirsi di lacrime. Si rivide cullare la sua piccola e sentì di nuovo l’onda della disperazione travolgerla. Esattamente come nei momenti nei quali era vicina alla morte e consapevole che non avrebbe potuto crescere la sua creatura. Sapere che non avrebbe potuto proteggerla, l’aveva tormentata fino all’ultimo respiro. Come aveva vissuto la sua piccola? Wang Jung aveva mantenuto il giuramento? L’aveva tenuta lontana dal Palazzo? Il suo ultimo desiderio era stato quello che sua figlia non vivesse in quel posto che per lei era stato il più spaventoso al mondo. Wang Jung le aveva assicurato che la piccola non sarebbe diventata mai come lei, che non lo avrebbe permesso, a costo della vita.

I loro sguardi s’incontrarono e fu come se il tempo si fosse capovolto, avesse compiuto un viaggio infinito e tornato al presente, passando attraverso l’impossibile.

Un brivido le attraversò la schiena. Si voltò verso l’individuo che poco prima l’aveva afferrata e vide che stava parlando al telefono in tono sommesso. Avrebbe voluto chiedergli chi era colui che stavano cercando, ma decise di non aspettare e senza esitare oltre corse verso l’uscita, decisa a trovarlo.

Il varco posteriore della mostra dava sulla parte Goryeo Era Makeup Culture dedicata ai padiglioni rivolti alla skincare. In ogni stand, estetiste esperte aiutavano i visitatori a scegliere i prodotti adatti alla loro pelle e li invitavano a sedute dimostrative. Quella era una delle zone più affollate della fiera. Donne e uomini di ogni età si aggiravano in cerca di prodotti innovativi, campioni omaggio e trattamenti di skincare gratuiti.

Go Ha-jin iniziò a farsi largo tra la folla, guardandosi intorno. Scrutava ogni figura maschile e ne cercava il volto, nella speranza di trovare il viso amato. Sapeva di essere stravolta e che il suo stato d’animo la stava spingendo a compiere azioni insensate, ma non riusciva a fermarsi. Corse trafelata da un punto all’altro, incurante degli sguardi incuriositi e perplessi della gente. Una donna le chiese se avesse bisogno di aiuto, ma lei non se ne accorse e continuò la sua ricerca disperata. D’un tratto qualcuno le tagliò la strada e lei non fece in tempo a scansarsi. Diretti in direzioni opposte, i due si scontrarono e l’urto fu così energico che Ha-jin barcollò all’indietro. Sarebbe caduta rovinosamente se un braccio vigoroso non l’avesse sorretta avvolgendole la vita.

Con gli occhi sgranati e le labbra appena socchiuse, la giovane guardò l’uomo che l’aveva afferrata e ora la teneva stretta, il volto spigoloso a pochi centimetri dal suo.

I loro sguardi s’incontrarono e fu come se il tempo si fosse capovolto, avesse compiuto un viaggio infinito e tornato al presente, passando attraverso l’impossibile.

Fu un attimo che durò un’eternità. Tutto intorno a loro fece silenzio. La luce divenne buio e la folla deserto.

Wang So e Hae Soo si guardarono increduli e timorosi di fare anche il minimo gesto nel timore che il sogno appena divenuto realtà svanisse. Rimasero sospesi in una bolla spaziotemporale per un momento che sembrò loro infinito, ma che in realtà durò poco più di un secondo.

Un attimo dopo, infatti, un grido li riportò alla realtà.

«Eccolo! L’ho trovato!» strillò un uomo.

Wang So allora la lasciò andare:«Ti ritroverò» disse con voce profonda e fece per riprendere la sua fuga.

Ha-jin non glielo permise. Lo afferrò per un braccio e decisa affermò: «No! Vieni con me.» quindi lo costrinse a seguirla nel dedalo degli stand e s’infilò in uno dei più affollati. Senza curarsi di dargli spiegazioni, si avvicinò a una postazione per i trattamenti gratuiti che in quel momento era libera e lo fece sedere.

Wang So era confuso, agitato e provò ad alzarsi per andare via. Non voleva che lo trovassero. Soprattutto, non voleva che lei fosse coinvolta nella sua fuga dalla famiglia di Kim Sun-hyun, l’uomo del quale ora aveva il corpo. Lei ne comprese l’agitazione e lo indusse a sedersi di nuovo, quindi gli fece cenno di restare in silenzio. Si guardò intorno e vide gli uomini che gli erano alle calcagna entrare nello stand. Prese dall’espositore più vicino una maschera di bellezza in stoffa, la aprì e con delicatezza gliela pose sul volto.

«Con questa non potranno riconoscerti» sussurrò sedendogli dinanzi e iniziando a tamponargli il viso con leggeri tocchi per far aderire la maschera a ogni piega del volto.

A Wang So sembrò di essere tornato ai giorni in cui lei lo aiutava a nascondere la cicatrice che gli devastava il volto.

Fece per sollevare una mano e prendere con delicatezza quella di lei, quando i suoi inseguitori si avvicinarono.  Agitati, mostrarono una sua foto prima a Go Ha-jin e poi a lui:

«Avete visto quest’uomo? Dobbiamo trovarlo al più presto.»

Wang So scosse il capo e distolse in fretta lo sguardo. Il cuore di Ha-jin batteva così forte che lei temette che potessero sentirlo anche gli altri, nonostante il brusio. Sussurrò un no, poi chiese: «Perché lo cercate?»

«Ha avuto un incidente e ha bisogno di cure, ma ha lasciato l’ospedale e la famiglia è disperata. Signorina, se dovesse vederlo, potrebbe chiamare questo numero?» pregò l’altro, porgendole un biglietto da visita.

Ha-jin annuì imbambolata, poi tornò a fingere di prestare attenzione alla maschera di bellezza e di illustrarne al cliente i benefici.

Solo quando i suoi inseguitori si furono allontanati Wang So, si tolse la maschera, le ghermì un polso e disse: «Andiamo via da qui!» e non ebbe bisogno di dire altro, perché fu lei a trascinarlo via.

Fine sesto capitolo 

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 5

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo 5

Lee Baek-hyuk viveva con sua madre in una piccola casa nel quartiere Changsin, a poca distanza dal parco giochi Sanmaru nel distretto di Jongno. Dal terrazzo sul tetto si poteva vedere Seoul e, in lontananza, la Seoul Tower che, dominava la città. Seduto su una panca di legno con le gambe incrociate e i palmi sulle ginocchia, da quel terrazzo Wang So attese l’alba. Fissava quella strana torre simile a uno scettro infuocato e la miriade di luci che costellavano la città.  Tutto gridava la lontananza abissale tra la sua epoca e quella nella quale si trovava ora. Scrutò l’intrico di case e palazzi, cercando di immaginare in quale di quelle potesse essere Hae Soo, chiedendosi come avrebbe reagito quando l’avesse avvicinata. Si ricorda di me? Conserva memoria di quanto abbiamo condiviso? E se per lei fossi solo un estraneo?

Era angosciato da domande e dubbi, temeva che del loro amore esistesse ancora solo ciò che gli restava nella memoria e nel cuore.

Una lacrima traditrice gli solcò una guancia, ripercorrendo la traccia ormai invisibile dello sfregio che gli aveva deturpato il volto. Si sfiorò la pelle integra e ricordò il tocco delicato di lei che sapiente mimetizzava la cicatrice. Era la sola che riuscisse persino ad attutire il dolore del ricordo di ciò che l’aveva provocata. Ricordò l’istante in cui gli occhi di Hae Soo gli erano entrati nel cuore. L’attimo in cui si erano connessi alla parte più nascosta del suo animo per restarvi oltre la morte, al di là il tempo fino all’eternità.

Quanto aveva sofferto la sua Hae Soo e quanto di quel dolore era stato lui a causarlo? Wang Jung gli aveva raccontato di come lo avesse aspettato fino al suo ultimo anelito. Gli aveva detto quanta disperazione gli avesse causato il non poterlo rivedere un’ultima volta.

Il suo unico amore aveva dato alla luce una bambina, la loro piccola e poi, disperata, si era spenta. Era andata via non tra le sue braccia, ma tra quelle del quattordicesimo principe. La condanna che si era auto inflitto per quella colpa l’aveva scontata per il resto dei suoi giorni da sovrano. Quella pena, avrebbe continuato a infliggersela fin quando non fosse stato certo della felicità di Hae Soo.

Il sole giunse a diluire la notte e il cielo si tinse di toni rosati, fino a divenire chiaro e turchese.

Con il buio anche i pensieri più oscuri si stemperarono e un barlume di speranza accese una fiammella di conforto nel suo cuore ferito.

«Signore!» esclamò Baek-hyuk, salendo gli ultimi gradini della stretta scala a chiocciola che conduceva al terrazzo «Credevo fosse andato via. Non riuscivo a trovarla, mi ha fatto spaventare. Non ha dormito? È stato qui tutta la notte?»

Wang So posò su di lui gli occhi intensi e provò un moto di affetto. Era un caso che costui fosse così simile al decimo principe. Eppure provava una strana sensazione quando gli era vicino, come se davvero il ragazzo fosse uno dei suoi fratelli minori. Lo osservò con benevolenza, poi tornò a guardare la città.

«Non avevo bisogno di dormire, l’ho fatto abbastanza in ospedale.»

Il ragazzo tacque, imbarazzato, poi guardò verso la torre e infine si schiarì la voce: «Sua madre è in ansia. La stanno cercando ovunque, non le sarà facile entrare al Goryeo Era Makeup Culture senza essere visto.»

«Giocherò sull’effetto sorpresa. Credo che nessuno si aspetti che possa andarci, non credi?»

«Sì, in effetti.» ammise l’altro.

«Hai detto che sono il CEO dell’azienda, giusto? Cos’è, una specie di re?»

Baek-hyuk non riusciva a nascondere l’imbarazzo: «In un certo senso …»

«Quindi, se pure mi riconoscessero, nessuno potrà fermarmi all’ingresso. Se avviseranno la mia famiglia e i medici, avrò comunque il tempo di trovare la ragazza.»

«Credo di sì.»

«Bene. È l’unica cosa che conta.»

“Fu in quel momento che il cuore di Wang So, lasciò l’inferno e tornò alla vita.”

Due ore più tardi Baek-hyuk fermò l’auto a pochi metri dal cancello principale del complesso fieristico nel quale era stato organizzato l’evento. Sarebbe voluto entrare con Kim Sun-hyun, ma lui aveva detto che gli sarebbe stato più d’aiuto, depistando le ricerche di chi gli era alle calcagna. Così, suo malgrado, il giovane lo guardò oltrepassare l’ingresso e sparire tra la folla di visitatori.

Wang So ricordava alla perfezione le istruzioni dategli dal segretario. Prese una mappa del percorso fieristico e cercò le indicazioni per raggiungere lo stand dove lavorava Hae Soo. Osservò da lontano le persone andare e venire. Una ragazza vestita di rosa accoglieva tutti con un sorriso, ma non era lei e Wang So si sentì fremere per la delusione. Stava per andare via furente, quando dall’interno un’altra giovane, anch’ella vestita con un tailleur rosa, uscì dall’ombra e guidò un uomo verso un espositore.

Aveva lunghi capelli d’onice ed era così piccola e aggraziata da sembrare una bambolina. Wang So non le staccò gli occhi di dosso, tentando di scorgerne il viso. Lei però continuò a parlare con il cliente fin quando l’uomo andò via, allora disse qualcosa alla collega e si allontanò dallo stand.

Wang So la seguì con lo sguardo. Non aveva avuto bisogno di vederla in volto per riconoscerla. Gli erano bastati il modo che aveva di camminare e la grazia con cui piegava il collo o si sfiorava i capelli. Fece fatica a respirare, gli sembrò che l’aria si fosse fatta tanto compatta da non poter essere attraversata. Alla fine reagì e iniziò ad andarle dietro.

La ragazza prese una bibita, poi girovagò tra la gente guardandosi intorno, infine entrò in un padiglione nel quale erano esposti dipinti dell’era Goryeo. Per un attimo Wang So sentì le gambe tremare ed ebbe difficoltà a procedere, poi si fece forza e la seguì all’interno. Era terrorizzato.

Deglutì più volte, tentando di sciogliere il nodo che gli serrava la gola. Alle pareti, immagini che lui conosceva bene. Erano volti noti di persone che aveva amato e di altre che aveva odiato profondamente. C’erano anche riproduzioni dei momenti più drammatici e i pochi più lieti della sua vita. Si lasciò distrarre per un attimo e la perse di vista.

Agitato, si guardò intorno. Le sale erano deserte e nell’aria un profumo di azalee e rose rendeva tutto surreale. All’improvviso il silenzio fu rotto da un singhiozzare sommesso. Wang So seguì il suono fino a una sala più ampia delle altre e la ritrovò dinanzi a un ritratto del re Gwangjong di Goryeo. Hae So guardava lui e aveva le spalle scosse da un pianto disperato. Fu in quel momento che il cuore di Wang So lasciò l’inferno e tornò alla vita.

Fine quinto capitolo 

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Moon Lovers 2 (Alla Conquista della Felicità) – Capitolo 4

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama Moon Lovers: Scarlet Ryeo.

Capitolo  4

Nascosto dietro un angolo del corridoio, Wang–so vide un uomo entrare in una stanza e uscirne poco dopo in abiti ospedalieri. Senza esitare s’intrufolò e si ritrovò in un ambiente con le pareti ricoperte di armadietti incasellati come le celle di un alveare. La stanza era umida di vapor acqueo. Voci maschili attutite da uno scroscio d’acqua provenivano da un ambiente attiguo. Si sporse appena oltre il varco e vide una fila di docce. Due uomini si stavano lavando. Guardò di nuovo verso gli armadietti e vide che un paio erano aperti. Capì che erano dei tipi sotto la doccia e si affrettò a vederne il contenuto. In uno c’era delle braghe blu, di una stoffa che sembrava resistente, dei jeans, avrebbe detto Hae- soo.

Provò a indossarli, ma erano troppo larghi per lui, tanto da scivolargli dai fianchi asciutti. Nell’altro armadietto trovò invece un completo più adatto alla sua misura. Il pantalone aveva l’elastico in vita e la lunghezza era giusta. Sopra aveva una maglia dello stesso colore, con un cappuccio ampio. La indossò, sollevò il cappuccio per nascondere il volto, poi lasciò la stanza in fretta, prima che i due si potessero accorgere della sua presenza.

Percorse a grandi passi un tratto del corridoio e imboccò una scalinata, scendendola in fretta nella speranza che lo conducesse il prima possibile all’uscita più vicina dell’edificio. Era affannato e il cuore gli batteva ovunque quando finalmente raggiunse l’aria aperta. Si fermò per un attimo all’ingresso dell’ospedale e si appoggiò a una colonna per riprendere fiato. Un uomo che aveva indosso una maglia con scritto sicurezza, gli si avvicinò e gli poggiò una mano su una spalla:

«Si sente male signore?»

Affannando, Wang So scosse il capo: «Sto bene grazie. Ho solo fatto le scale di corsa.»

L’altro lo guardò scettico, ma non insisté oltre: «Se ha bisogno di qualcosa, sono qui.»

«Grazie» Wang So gli rivolse un sorriso forzato e si avviò lungo il viale d’ingresso al nosocomio.

Aveva appena oltrepassato la soglia del grande cancello, quando sentì qualcuno chiamarlo: «Signor Kim, Kim Sun-hyun!»

Si voltò verso il punto dal quale proveniva la voce e vide un giovane sbracciarsi nel tentativo di attirare la sua attenzione. Il giovane gli si avvicinò e lo afferrò per le spalle, palesemente commosso: «Signor Kim! Cosa ci fa qui fuori? Stavo venendo a trovarla credevo sarebbe stato ricoverato per più tempo! Mi ha fatto spaventare tanto. Ci ha impauriti tutti!»

Wang So si corrucciò e osservò le mani del giovane strette intorno alle sue spalle. Resistette alla tentazione di ordinargli di non toccarlo, poi sollevò gli occhi sul suo viso. Aveva meno di trent’anni ed era incredibilmente somigliante a…

«Wang Eun!?» mormorò incredulo.

«Cosa?» si bloccò perplesso il giovane, ma l’altro non gli diede il tempo di capire e lo strinse in un abbraccio spasmodico.

Wang So sentiva il cuore esplodergli per l’emozione. Quante volte aveva rivissuto il tragico momento della morte del decimo principe? Quanto si era maledetto per ciò che gli era capitato, che lui stesso gli aveva fatto e ora lui era lì, incredibilmente vivo e con la stessa aria da eterno ragazzino. Persino la sua voce era identica e gli occhi, ora corrucciati, lo avevano guardato con la medesima adorazione dei tempi andati.

«Signor Kim …» la voce sconvolta del giovane lo riportò al presente e alla realtà che stava vivendo. Quello non era il suo fratello minore e lui non era più Wang So. Non erano a Goryeo ma in una città chiamata Seoul, in un anno che ne distava mille e ottanta da quello dal quale proveniva. Cercò di ricomporsi e lasciò andare il giovane, poi si schiarì la voce e disse:

«Chiedo scusa, sono ancora sconvolto dall’incidente e i medici hanno detto che ho problemi di memoria. Tu mi conosci?»

«Signor Kim, certo che la conosco, sono Lee Baek-hyuk, il suo segretario!»

Wang-so sospirò e cercando di mantenere un tono rassicurante disse: «Sono confuso, ma presto starò meglio e ricorderò ogni cosa. Per ora voglio solo andare via da qui, prima che i medici si accorgano che ho lasciato la stanza.»

«Signor Kim, ma come!?»

“Wang So sentiva il cuore esplodergli per l’emozione. Quante volte aveva rivissuto il tragico momento della morte del decimo principe?”

Wang-so fissò di nuovo il giovane, e ancora una volta si sentì muovere da un senso di affetto e di dolorosa colpa nei suoi confronti: «Devo andare via da qui. Ti spiegherò dopo, ora aiutami, ti prego.»

Il ragazzo non se lo fece ripetere. La sua espressione divenne d’un tratto determinata e annuì solenne: «Venga con me signor Kim. Salga in auto e mi dica dove vuole che la porti.»

******

Wang So si lasciò sfuggire un sorriso sbilenco. Una doccia era ciò che ci voleva per togliergli un po’ di stanchezza da dosso e dissolvere l’odore che impregnava i vestiti presi in ospedale. Il suo nuovo corpo all’inizio lo aveva sorpreso, ma ora faticava a distogliere lo sguardo dalla propria immagine riflessa. Si strinse l’asciugamano intono ai fianchi e si passò una mano tra i corti capelli corvini, ancora umidi. I fili bianchi che l’avevano incanutito dopo i quarant’anni non c’erano più e neanche la cicatrice che gli aveva devastato il viso sin da bambino. L’uomo del quale ora aveva il corpo, il CEO Kim Sun-hyun, era identico al Wang So trentenne. Era più muscoloso, però, di quanto non fosse stato lui e non aveva la cicatrice a deturpargli il viso.

Wang So si toccò la mascella spigolosa e si lisciò la guancia sinistra finalmente perfetta, soddisfatto. Lasciò il bagno e si diresse verso il guardaroba. Qualche ora prima Wang Eun, anzi, Baek-hyuk lo aveva accompagnato nell’attico di Kim Sun-hyun e gli aveva mostrato ogni cosa, credendo all’amnesia conseguente l’incidente.

«Ora vado via, signore. Cerchi di riposare e se dovesse avere bisogno di qualcosa non esiti a chiamarmi.» gli aveva detto poi.

«Aspetta.» lo aveva fermato lui «Devi fare qualcosa per me.»

«Dica capo, la prego.»

«Devo trovare una persona, una donna.»

«Una donna!?» aveva sgranato gli occhi l’altro.

«Esatto.»

«È qualcuno che ha a che fare con l’incidente?»

«No» rispose secco Wang So, poi aggiunse «Si chiama Go Ha-jin, vive a Seoul e dovrebbe avere circa ventisei anni.»

«Il nome è piuttosto comune. Potrebbe dirmi qualche altro dettaglio? Un numero di telefono, il posto dove lavora …»

Wang So aveva alzato gli occhi al cielo, insofferente: «Se avessi saputo queste cose, non avrei avuto bisogno del tuo aiuto, non credi?»

Il ragazzo era arrossito e si era profuso in un inchino di scuse «Mi dispiace capo. Go Ha-jin, ventisei anni e vive a Seoul. Non sarà facile, ma la troverò per lei.» aveva detto allontanandosi verso la porta di casa.

«Aspetta!» Lo aveva fermato il re «Lei fa la truccatrice e conosce molto bene i cosmetici.»

Gli occhi del segretario si erano illuminati: «Questo mi aiuta moltissimo, grazie!» ed era andato via.

Strofinandosi i capelli con un asciugamano, Wang So guardò tra gli abiti presenti nell’armadio e scelse un completo blu notte. Era affamato, si vestì in fretta e andò in cucina. Stava guardando in giro in cerca di cibo quando Lee Baek-hyuk tornò.

«Ho buone notizie!» Esclamò entusiasta «È stato più facile di quando credessi. C’è una Go Ha-jin di ventisette anni che vive qui a Seoul e indovini un po’?»

«Cosa?» rispose impaziente lui.

«È una delle esperte di cosmesi alle dipendenze della Goryeo Skincare. Lavora presso la sua azienda da cinque anni. Circa due anni fa è quasi annegata per salvare un bambino ed è rimasta in coma per un anno. È tornata al lavoro da pochi mesi.»

Wang So impallidì, si avvicinò alla grande vetrata che affacciava sull’Han River e guardò la luna il cui colore ora era più sbiadito: «È lei … sta bene?»

«Credo di sì, signore. È una delle dipendenti che seguirà il Goryeo Era Makeup Culture, l’evento organizzato dall’Azienda che avrà inizio domattina.»

«Quindi dovrò aspettare domani per vederla?»

«Signore sono le due del mattino. Per nessuna ragione potremmo recarci a casa di una donna a quest’ora. In più credo che lei non si sia ripreso ancora del tutto e che abbia bisogno di riposare, se le dovesse succedere qualcosa, non me lo perdonerei.»

Wang So strinse gli occhi e annuì. Una notte, pensò, posso aspettare ancora una notte. Devo farlo. In quel momento un suono acuto lo fece sobbalzare. Si voltò di scatto verso Baek-hyuk, lo vide prendere dalla tasca un oggetto rettangolare e portarselo all’orecchio: «Signora Kim! No, non dormivo, tranquilla. Come mai mi chiama a quest’ora, è successo qualcosa?»

Wang So strinse gli occhi, mentre Baek-hyuk si portava una mano alla fronte e cercava di mantenere la calma.

«Cosa?» gridò il ragazzo «Il signorino Kim Sun-hyun è fuggito dall’ospedale? No, certo che non lo sapevo. Sta andando a casa sua? Crede che possa essere andato lì?»

Wang So s’irrigidì.

«Avete chiamato anche la polizia? Certo capisco, è importante che torni al più presto in ospedale. Sì, lo so che ha perso la memoria.» Baek-hyuk si morse un pugno, cercando ci mantenere la calma «Il tempo di vestirmi e andrò a cercarlo anch’io! La terrò aggiornata.»

Appena interrotta la comunicazione, il giovane raggiunse una sedia e vi si lasciò cadere, pallido.

«Chi era?» volle sapere Wang So.

«Era sua madre, la signora Kim. L’ospedale ha dato l’allarme sulla sua fuga e sta venendo qua per cercarla.»

«Qui?» gridò lui.

Baek-hyuk annuì «È già per strada, arriverà tra poco.»

«Non voglio vedere nessuno prima di aver ritrovato Hae Soo!»

«Hae Soo?»

«Volevo dire Go Ha-jin. Portami via da qui, subito!»

«E dove? Hanno avvisato anche la polizia. Vogliono che lei torni in ospedale.»

«Portami a casa tua.» Decise perentorio Wang So.

Il segretario fu tentato di opporsi. Una cosa del genere sarebbe stata troppo rischiosa per lui e poi sua madre non voleva che portasse gente a casa senza prima essere avvisata. D’altro canto, come avrebbe potuto dire di no al suo datore di lavoro? Così, invece di gridare il neanche per sogno che stava per sgorgargli spontaneo dal petto, sussurrò un più remissivo: «Si Signore.»

Fine quarto capitolo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 3

di Donatella Perullo

Attenzione 

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Capitolo  3

Nello stesso istante in cui un dolore lancinante gli trafisse le tempie, uno strano odore gli invase le narici. Re Gwangjong di Goryeo provò ad aprire gli occhi, ma una nuova fitta lo indusse a desistere. Intorno a lui c’era silenzio ed era disteso su qualcosa di soffice, non la dura roccia sulla quale era rovinosamente piombato cadendo da cavallo. Si portò una mano alla fronte e sollevò di nuovo le palpebre. Era notte e la stanza era immersa nella penombra. Seppur fioca, la luce gli permise però di scorgere un ambiente alieno dal Goryeo e dal lusso del Palazzo Reale. Non c’era nessun arazzo, né paraventi o mobili intarsiati da artigiani sapienti. L’ambiente era monocromatico, il bianco dominava ogni cosa. Il bianco era il colore della modestia e della purezza dello spirito.

Lo stesso dell’abito che indossava Hae Soo il giorno nel quale si era prostrata per chiedere inutilmente clemenza al re in favore della concubina reale. L’aveva riparata dalla pioggia con il suo mantello nero e accolta tra le braccia quando, sfinita, era crollata esanime, ma non era riuscito a proteggerla. Tutto il suo amore e nulla di ciò che aveva fatto era servito a tenerla con sé, a renderla la sua regina.

Voltò la testa verso la finestra e il cuore ebbe un sobbalzo.  Il cielo era dominato dalla luna rosso sangue, la stessa che aveva scoperto essere la via grazie alla quale avrebbe potuto raggiungere Hae Soo. Si sforzò di mettersi a sedere e si guardò intorno. Che strano posto era quello? Cosa gli avevano messo addosso? Si chiese, afferrando la stoffa grezza del camice da notte.

Si portò entrambe le mani al viso e strinse gli occhi, cercando di ricordare. La Luna era la strada, l’eclisse che aveva portato Hae Soo da lui l’aveva finalmente condotto nel mondo dal quale era giunta Hae Soo? Quante volte, aveva trascorso ore, ascoltandola raccontare quanto fosse diverso il luogo da cui proveniva? Le immagini che aveva visto nella sua mente grazie a ciò che gli aveva narrato iniziarono ad affollargli i pensieri. Si guardò intorno, poi fissò ancora una volta la luna rossa. Mise le gambe giù dal letto e fece per alzarsi, ma in quel momento un uomo vestito di azzurro irruppe nella stanza.

«Signor Kim si è svegliato!» esclamò «Che cosa fa, non può alzarsi, è ancora troppo debole!»

Wang So lo guardò corrucciato: «Signor Kim? Chi è lei?»

«Si distenda, la prego.» raccomandò il medico, poi aggrottò la fronte «Non mi riconosce?»

Wang So scosse il capo: «Dovrei?»

«Sono il dottor Park, il suo medico da otto anni, da quando è divenuto CEO della Goryeo Skincare.»

Wang So guardò di nuovo verso la luna e sospirò: «Che giorno è?»

«Il 26 maggio.»

«Di che anno?»

Il medico si schiarì la gola, imbarazzato: «duemilaventuno.»

Un sorriso raggiante illuminò il viso di Wang So: «In che città?»

«A Seoul, ovviamente. Così mi fa preoccupare signor Kim. Comincio a pensare che il trauma sia peggiore di quanto pensassi. La sottoporrò a una nuova TAC.»

«Cosa mi è successo?» domandò Wang So senza distogliere gli occhi dalla Luna.

«Un incidente. Stava andando in azienda per prendere parte a un’importante riunione, ricorda?»

Wang So scosse il capo: «Che incidente?»

«Hong Ki-jo, il suo autista, ha avuto un malore, l’auto è uscita di strada ed è precipitata nel fiume Han. Il signor Hong è morto e abbiamo temuto il peggio anche per lei. Quando è arrivato in ospedale era in ipotermia e privo di conoscenza. Ho bisogno di visitarla e farle alcune domande, posso?»

Wang So ripensò ai racconti di Hae Soo e ringraziò il fato per avergli permesso di conoscere tanto di quest’epoca così diversa dalla sua. Lo avrebbe aiutato a comportarsi senza dare troppo nell’occhio.

“Tutto il suo amore e nulla di ciò che aveva fatto era servito a tenerla con sé, a renderla la sua regina.”

A quanto pare ora non era più re Gwangjong di Goryeo, ma un signor Kim qualunque. Non avrebbe potuto impedire a un medico di toccarlo, né avrebbe potuto ordinargli di dargli dei vestiti e permettergli di lasciare questo posto. Minacciarlo di morte, brandendo la sua spada era impensabile, non era più il cane lupo, ora.  Annuì paziente e permise all’altro di puntargli una pila negli occhi. Seguì e sue indicazioni poi tornò a distendersi, fingendosi arrendevole.

«Ricorda il suo nome?» domandò il dottor Park.

«Me l’ha detto lei poco fa, sono il signor Kim, CEO della Goryeo Skincare.» Non sapeva cosa volesse dire CEO, ma immaginava fosse una sorta di capo. Gli piaceva sapere di essere il capo di qualcosa chiamata Goryeo. Gli sfuggì un sorrisetto.

«Il suo nome, lo ricorda?» la voce del medico lo riportò al presente.

«Wang-so?» si buttò, consapevole di dare una risposta errata.

«Sun-hyun, lei è il signor Kim Sun-hyun, terzo figlio di Kim Sun-Pyo. Suo padre era uno degli uomini più influenti del Paese.»

«Lo sono anche io?»

«Cosa?»

«Influente»

L’espressione del dottor Park era un misto di sconforto e imbarazzo: «Beh, sì certo. Lei è un uomo molto rispettato.»

«Bene.» approvò Wang So «Voglio tornare subito a casa.»

«Questo non è possibile! Il suo cervello è rimasto privo di ossigeno per diversi minuti. Il suo cuore ha cessato di battere. Abbiamo faticato per stabilizzarla ed è un miracolo che si sia ripreso. In più è evidente che soffre di un’amnesia dovuta allo shock. Deve rimanere qui fin quando non saremo certi che si sia ripreso del tutto.»

Wang So sapeva che opporsi non sarebbe servito a nulla. Era necessario fingersi accondiscendente e giocare d’astuzia.

«Mi sento stanco. Possiamo rimandare tutto a domattina?»

«Certo, come vuole. Avviserò la sua famiglia che si è svegliato. Sua madre e la sua fidanzata saranno sollevate di saperlo.»

Wang So s’irrigidì: «La mia fidanzata? Go Ha-ji?» domandò speranzoso.

Il medico arrossì imbarazzato: «La sua fidanzata è la signorina Lee Si-eun, sin dai tempi dell’università.»

Wang So annuì, sarebbe stato troppo facile se Hae Soo fosse stata la sua fidanzata in questo tempo. Doveva trovarla al più presto e per farlo doveva essere libero di agire. Guardò di nuovo verso la luna rossa e sospirò: «Ho bisogno di dormire. Mi lasci solo, la prego.»

Il medico accennò un inchino ossequioso e si allontanò verso la porta: «Sarò qui tutta la notte, per chiamarmi le basterà premere il campanello accanto al letto.»

«Vada pure.» lo incitò con un gesto della mano Wang So e chiuse gli occhi, fingendosi sfinito.

Attese che l’altro fosse uscito, poi si mise a sedere e si guardò intorno. Un piccolo armadio sulla parete opposta al letto attirò la sua attenzione. Un ago collegato a una flebo gli perforava l’incavo del gomito. Lo stappò via e si avvicinò all’armadio. Aprì l’anta e imprecò, nessun abito, solo un contenitore di pelle rovinato dall’acqua. Lo aprì e vide che era pieno di soldi ancora umidi e quelle che Hae Soo gli aveva descritto come carte di credito. C’era anche un documento che riportava i suoi dati. Ora era Kim Sun-hyun, nato il 17 aprile del 1991. Kim Sun-hyun, si sarebbe mai abituato a quel nome?

Stringendo in pugno il bottino, si avvicinò alla porta e la socchiuse. Sbirciò verso il corridoio e vide che era libero, allora si fece coraggio e lasciò la stanza. Doveva trovare dei vestiti e andare via al più presto da lì.

Fine terzo capitolo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Moon Lovers 2 (Alla conquista della Felicità) – Capitolo 2

di Donatella Perullo

Attenzione 

Il racconto contiene spoiler per coloro che non hanno visto il Drama “Moon Lovers: Scarlet Ryeo”.

Capitolo 2

Singhiozzando disperata, Go Ha-jin si accasciò dinanzi all’antico ritratto di re Gwangjong di Goryeo. Da quando si era risvegliata dal coma, era trascorso un anno. Da allora non era passato giorno senza che una tristezza latente e perniciosa la tormentasse. Una mestizia che le riportava alla mente immagini sempre più nitide di una vita che non era possibile avesse vissuto. Un’esistenza che invece sentiva sua più di ogni altra cosa. Medici, parenti e amici avevano fatto di tutto per convincerla che ciò che la torturava non erano memorie ma illusione onirica.

«Ha-jin tutto ciò che ricordi sono sogni lucidi.» le aveva detto la psicologa durante una delle ultime sedute «Una sorta di strategia che il tuo cervello ha messo in atto per difendersi dal trauma subito e favorire il recupero. Tu stessa hai ammesso di amare i Drama Storici. Così, per superare quel momento orribile, ti sei creata una realtà nella quale avresti amato vivere. In questo modo hai concesso tempo all’organismo per recuperare le forze e risvegliarsi.»

Lei l’aveva guardata scettica e aveva ribattuto con un fil di voce: «Se conoscesse i dettagli di ciò che ricordo, non credo la penserebbe così. Ho sofferto troppo e ho affrontato così tante difficoltà.» sospirò «Ho sentito dolore e non solo fisico, che razza di difesa crede sia?»

«Hai riportato nel sogno le sensazioni di disagio fisico provocate dalle conseguenze dell’incidente. Il tuo inconscio le ha trasformate in un vissuto fittizio nel quale hai trascinato le sofferenze del tuo organismo e le paure della mente. Il fatto che alcune delle persone presenti negli avvenimenti che credi di ricordare abbiano il volto di persone che conosci, ne è la prova. Non hai detto, ad esempio, che il quattordicesimo principe, Wang Jung, aveva lo stesso aspetto del tuo più caro amico, Do-hyun? Anche la presidentessa dell’azienda per la quale lavori, se non erro, me l’hai descritta come somigliante alla regina consorte.»

Ha-jin aveva abbassato gli occhi e aveva provato a ribattere: «È vero, Do-hyun somiglia tantissimo al quattordicesimo principe, ma la presidentessa della Heal Cosmetics non conta. L’ho vista per la prima volta solo quando, dopo la convalescenza, ho affrontato l’ultimo colloquio di lavoro con l’azienda. Quel giorno per poco non svenni per lo shock. Quelle sono le uniche persone che posso collegare a quello che lei, dottoressa, chiama il mio sogno lucido.» era tornata a sollevare lo sguardo e dopo qualche istante di silenzio, con cipiglio affranto era sbottata: «Lui no, lui era…» lo sguardo della psicologa, però, l’aveva bloccata. Se avesse ancora raccontato i dettagli di quell’amore, l’avrebbe di nuovo mandata dallo psichiatra perché le desse i farmaci.

«Wang So non esiste» si era detta perciò «la dottoressa ha ragione, è stato tutto un sogno. Nessuno di loro era reale e non ha importanza quanto mi riesca difficile crederlo. Devo tornare alla realtà, alla mia vita e al mio lavoro.» Aveva annuito e un sorriso triste le aveva increspato le labbra, poi aveva detto: «Lui era il risultato di ciò che avevo desiderato prima dell’incidente. Un uomo leale e forte, capace di amarmi sopra  ogni cosa. Tutto ciò che non avevo trovato in quel traditore del mio ragazzo. Ha ragione dottoressa, un uomo così non può essere reale, me ne farò una  ragione.»

“Lei non voleva dimenticare, anzi! Il suo terrore era che quella voce profonda, quello sguardo e quel viso pian piano divenissero evanescenti.”

L’altra aveva gonfiato il torace, soddisfatta, e le aveva preso le mani fra le sue: «Il tuo corpo è guarito del tutto Ha-jin e finalmente anche il tuo animo ha trovato la strada giusta. Vedrai che d’ora in poi tutto sarà più semplice per te. Devi dimenticare ciò che hai sognato e cancellare quei volti e quelle sensazioni.»

Da quella seduta erano trascorsi sei mesi e otto giorni. Non era voluta tornare mai più da una psicologa che non era riuscita a capire quale fosse il suo reale tormento.

Spirando tra le braccia di Wang Sung, l’ultimo desiderio era stato quello di perdere memoria di ogni cosa, nonostante lui la pregasse di non farlo. Ora sapeva che negli ultimi istanti in quel mondo aveva mentito. Lei non voleva dimenticare, anzi! Il suo terrore era che quella voce profonda, quello sguardo e quel viso pian piano divenissero evanescenti. Era atterrita all’idea che Wang So, il suo profumo e la sensazione delle sue mani forti che le cingevano i fianchi, svanissero. Ormai gli unici momenti piacevoli erano quelli in cui riusciva a stare sola. Allora chiudeva gli occhi e immaginava di essere ancora nel Palazzo di re Tajeo, accanto al suo grande, tormentato amore.

Quella mattina era stata la sua amica Ki-jo a convincerla ad andare al lavoro. Il Goryeo Era Makeup Culture era un evento da non lasciarsi sfuggire, le aveva detto, e la Heal Cosmetics avrebbe pagato loro gli straordinari. La mostra sarebbe stata dedicata al periodo Goryeo. Era in quell’epoca che erano stati creati i primi prodotti di bellezza. In quei giorni, una dama misteriosa aveva dato vita alla prima skincare coreana, che sarebbe poi divenuta famosa in tutto il mondo. Quando sentiva quei racconti, cercava di convincersi di non essere stata lei quella dama misteriosa. Si diceva di continuo di non aver cambiato lei il destino di un sovrano, aiutandolo a nascondere la cicatrice che gli deturpava il viso.

Aveva avuto una mattinata dura e si era allontanata dallo stand per bere una bibita fresca. Stava tornando dal bar quando la sua attenzione era stata attirata da una galleria che esponeva dipinti dell’era Goryeo. Era illuminata da luci calde che mettevano in risalto antiche chine, opere di un’epoca lontana. La stessa che lei sentiva ancora così viva dentro si sé.

Non avrebbe mai creduto di trovare in quel luogo le risposte a ogni sua domanda. Mai avrebbe potuto immaginare che in quell’ambiente quieto e solitario, sarebbe deflagrata l’esplosione più devastante per il suo animo già fragile.

Ora era lì, con le lacrime che le rigavano il volto e la voce rotta dal pianto che cantilenava: «Perdonami per averti lasciato solo, perdonami per averti lasciato solo…»

Non era stato un sogno. Lo aveva sempre saputo, il suo cuore ne era certo e i suoi sensi lo avevano gridato sin dal primo istante.

Una mano pietosa le offrì un fazzoletto. Lo prese senza preoccuparsi di apparire patetica agli occhi di un estraneo. Tutto ciò che riusciva a sentire era il proprio dolore. Si asciugò le gote e nel farlo un profumo speziato le invase le narici, spezzandole il fiato. Quel profumo, il suo profumo!

Intontita, allontanò il fazzoletto dal viso e lo guardò. Era blu, un normalissimo lembo di cotone eppure aveva qualcosa di speciale, era intriso del profumo che solo la pelle del suo Wang So aveva. Guardò dietro di sé per vedere chi glielo avesse offerto e vide un uomo di spalle oltrepassare la porta secondaria della sala. Fece per chiamarlo, ma in quel momento due individui le si avvicinarono trafelati:

«Conosce quell’uomo?» chiese il primo, mentre l’altro si lanciò all’inseguimento del fuggitivo.

Go Ha-jin si sollevò e guardò di nuovo il fazzoletto, poi il dipinto e senza staccare gli occhi dal viso ritratto rispose: «No, ma so che devo trovarlo.»

Fine secondo capitolo

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Moon Lovers 2 (Alla ricerca della Felicità) – Fanfiction

 

Questa fanfiction è liberamente ispirata al Drama Coreano Moon Lovers: Scarlet Ryeo. È frutto del lavoro e dell’intelletto dell’autrice. Il suo contenuto è protetto dal diritto d’autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiarla, riprodurla, appropriarsene e ridistribuirne i contenuti se non espressamente autorizzati dall’autrice. Fatti e persone descritti nella Fanfiction sono frutto dell’immaginazione. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. Copyright © 2021 Korean Drama & World. All rights reserved

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Move to Heaven (무브 투 헤븐: 나는 유품정리사입니다)

Un racconto in cui nulla è lasciato al caso e ogni capitolo aiuta a riscoprire il valore etico dell’humanitas.

di Donatella Perullo

Titolo: Move to Heaven (무브 투 헤븐: 나는 유품정리사입니다)

Genere: Dramma

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Yoon Ji-ryeon

Regia: Kim Sung-ho

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 10

Durata per episodio: 45  minuti

Anno di trasmissione: 2021

Main Cast:

Lee Je-hoon  (Cho Sang-gu)

Tang Joon-sang  (Han Geu-ru)

Ji Jin-hee  (Jeong-woo)

Hong Seung-hee (Yoon Na-mu)

Han Geu-ru (Tang Joon-sang) è un ventenne affetto da sindrome di Asperger. È orfano di madre vive in simbiosi con suo padre Jeong-woo (Ji Jin-hee). Insieme lavorano nella ditta di famiglia, la Move to Heaven, che si occupa di bonificare scene del trauma o del crimine. Con rispetto e profonda umanità nei confronti dei deceduti, i due bonificano e sgombrano i luoghi nei quali è avvenuto il decesso. Prima però, hanno cura di raccogliere in una speciale scatola gialla gli effetti più personali dei malcapitati e consegnarli alle persone loro più vicine. Durante questo rito eseguito con rispettosa devozione, i due scoprono storie non raccontate e danno voce agli ultimi desideri di chi non ha più voce.

Il rapporto tra padre e figlio è speciale, l’amore del genitore verso il ragazzo è palpabile in ogni suo sguardo. Geu-ru è sensibile e intelligente e grazie alle cure del genitore è riuscito a fare della sua tipicità un punto di forza. Purtroppo Jeong-woo muore improvvisamente. Geu-ru però non resta solo. Prima di morire, infatti, il padre ha affidato a un legale di fiducia le sue ultime volontà. Il ragazzo avrà un tutore e questi sarà Cho Sang-gu (Lee Je-hoon) il fratellastro minore di Jeong-woo.

Sang-gu è un ex pugile ed è in prigione per aver preso parte a combattimenti illeciti. È un uomo provato dalla vita, disincantato e rude. Prova astio nei confronti del fratellastro, al punto che quando esce dalla prigione e il legale gli comunica la morte di Jeong-woo, mostra indifferenza.

“L’albero è la seconda creatura migliore al mondo. Tutti dovrebbero sforzarsi di dare quanto dà un albero. Gli alberi non ci danno solo ossigeno, frutta e legna, ma anche il ceppo su cui sedersi e riposare.” (Han Geu-ru)

Convocato nello studio dell’avvocato, Cho Sang-gu scoprirà di essere stato nominato tutore del nipote. L’uomo dapprincipio rifiuta poi, quando scopre che accettando avrebbe il potere di amministrare i beni del pupillo, decide si farlo per interessi economici. A quel punto l’avvocato gli rivelerà che per divenire tutore di Geu-ru dovrà vivere e lavorare con lui alla Move to Heaven per tre mesi. Trascorso questo periodo il legale deciderà se confermarlo o no come responsabile legale.  L’incontro tra zio e nipote è un disastro. Le regole, la precisione e gli schemi rispettati da Geu-ru sono sovvertiti e messi in crisi dal caotico, sciatto e sregolato Sang-gu. L’uomo pare non avere regole né remore e la possibilità di una collaborazione costruttiva o di un avvicinamento affettivo sembra irrealizzabile. Nulla però è impossibile alla Move to Heaven.

Puntata dopo puntata, Sang-gu imparerà a rispettare i tempi del nipote ed entrerà sempre più in empatia con lui a ogni caso che sarà loro affidato. Pian piano l’uomo svelerà il dramma che nasconde e metterà a nudo il suo vero io, sorprendendo e toccando nel profondo anche lo spettatore più coriaceo. I commoventi casi affrontati dalla Move to Heaven saranno un filo conduttore delicato e toccante che darà spunti di pensiero intensi e importanti. Pur non essendo un drama thriller, Move to Heaven è ricco di colpi di scena e dona un crescendo di emozioni che divengono sempre più intense con il procedere del racconto.

Come mi è già capitato con altri drama che ho amato, trovo un po’ di difficoltà a trasmettervi la potenza di questa storia senza rivelare troppo. La forza delle emozioni donate da Move to Heaven sta, infatti, negli avvenimenti e nei sentimenti rivelati gradualmente, a volte con delicatezza, altre con impeto. La costruzione dei personaggi è un altro punto di forza di questo Drama. Ognuno con le sue peculiarità e il suo percorso di vita contribuisce a rendere la storia speciale. In Move to Heaven nulla è lasciato al caso e ogni puntata aiuta a riscoprire il valore etico dell’humanitas. Così i sentimenti, quelli veri e profondi, divengono assoluti protagonisti. Move to Heaven è una storia catartica che fa bene all’anima e lascia un senso di nostalgica malinconia, ma anche di corroborante speranza.

La morte che è una delle protagoniste di questa storia, è raccontata con delicatezza ma soprattutto con rispetto. Geu-ru è un personaggio straordinario e Tang Joon-sang nonostante la sua giovane età – è nato nel 2003 – lo interpreta in maniera strepitosa. Non si può non amarlo, così come non si può non restare a bocca aperta dinanzi alla bravura di Lee Je-hoon. Il suo Cho Sang-gu con i suoi difetti, le contraddizioni e con i tormenti nascosti che lo dilaniano è un eroe scalcinato che amerò per sempre. Tutto il cast è ben assortito e ricco di guest star, ma una menzione speciale mi è dovuta a Ji Jin-hee che nei panni del padre di Geu-ru eccelle.

Avevo sentito parlare spesso di lui e sempre in termini entusiastici, ma non lo avevo ancora visto recitare. Che dire, è un grande attore. È riuscito a rendere così profondamente umano e reale Jeong-woo che si finisce con il percepire i suoi sentimenti come graffi sull’anima.

Move to Heaven è stato  girato in Corea del Sud  nella città di Cheongiu  da marzo a settembre 2020. È un drama originale Netflix distribuito in tutto il mondo il 14 maggio 2021 ed è stato doppiato in inglese e in giapponese. La sceneggiatura è un adattamento del saggio “Things Left Behind”, scritto da Kim Sae Byul un ex bonificatore di scene del trauma. A curarla è stata la sceneggiatrice Yoon Ji-ryeon che in passato ha firmato Drama come Boys over Flower (2009) e Angel eyes (2014). Pur non lasciando nessun evento in sospeso, il finale di Move to Heaven fa intravedere la possibilità di un’auspicabile seconda stagione.

La mia valutazione
9.5/10
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Go Ahead (以家人之名)

Una storia che esplora la natura umana e racconta l’amore in tutte le sfaccettature

di Maria De Riggi

Titolo: Go Ahead  (以家人之名 – Yi jiaren zhi ming)

Genere: familiare, drammatico, sentimentale

Dove vederlo: Viki

Sceneggiatura: Shui Qianmo e Wang Xiongcheng

Paese di produzione: Cina

Numero di episodi: 40 da 45 minuti circa

Anno di trasmissione: 2020

Main Cast:

Tan Songyun  (Li Jianjian)

Song Weilong (Ling Xiao)

Zhang Xincheng (He Ziqiu)

Tu Songyan (Li Haichao)

Zhang Xilin (Ling Heping)

He Ruixian (Tang Can)

Sun Yi (Qi Mingyue)

“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.” (incipit di “Anna Karenina di Lev Tolstoj)

Go Ahead è un drama che ha un posto speciale nel mio cuore. Una storia della quale consiglio assolutamente la visione.

Il titolo originale in cinese è  以家人之名, In nome della famiglia, che racchiude il senso dell’intera narrazione. Per apprezzare i drama fantasy, Xanxia o Wuxia, bisogna essere degli appassionati, poiché non tutti amano le spade volanti o i salti mortali, ma Go Ahead non è nulla di tutto ciò. Questo drama rappresenta, infatti, uno spaccato di vita coinvolgente e commovente. Pone l’attenzione su un aspetto molto importante della nostra realtà e lo fa in modo cauto e delicato.

Cos’è la famiglia? Una famiglia è data dal legame di sangue o è qualcosa di più profondo? Il richiamo del sangue può essere più forte della relazione emozionale? Queste e altre domande troveranno una giusta risposta durante la visione. Go Ahead esplora la natura umana, tocca temi come la paura, l’insicurezza, l’abbandono, la salute mentale e,  soprattutto, l’amore in tutte le sfaccettature.

L’incipit è bellissimo. La storia cattura dai primi minuti anche grazie alla meravigliosa interpretazione dei tre piccoli attori.

Siamo in Cina, nell’estate del 1999. Un camioncino bianco ricolmo di mobili arranca lungo una stradina dissestata della periferia di Xiamen. All’improvviso dal cassone cade una sedia che sfiora una bimba dai lunghi codini, intenta a disegnare sull’asfalto con i gessetti colorati.

Per niente spaventata, la piccola Li Jianjian alza il visetto e sorride a Ling Xiao, il bimbo imbronciato che fa capolino dal finestrino del furgone. Ling Hepig, un agente di polizia che si sta trasferendo nel nuovo quartiere, scende dal camioncino spaventato. Accorre anche il padre della bimba, che è il titolare del vicino ristorante di noodles. Entrambi tirano un sospiro di sollievo. Per fortuna la bimba è tranquilla, non si è ferita. Gli adulti si presentano, mentre Jianjian inizia a sbirciare nel camioncino. Già dai primi minuti si evidenzia la differenza caratteriale dei piccoli protagonisti.

“Se ti senti in colpa, puoi farcela solo se sei vivo. Se muori, tutto si ferma. Le cose sbagliate, le cose brutte e i ricordi miserabili rimarranno lì per sempre.”

Jianjian è allegra, estroversa, giocherellona e pasticciona mentre Ling Xiao è introverso, chiuso e silenzioso. Il bimbo è segnato da una tragedia che si porterà dietro come una pesante ombra. Questo dolore dividerà ben presto anche i suoi genitori. Ling Xiao comincerà a passare del tempo nell’androne del palazzo fino a che verrà accolto da Li Haichao e da sua figlia. Al trio ben presto si unirà un nuovo componente.

Infatti Li Haichao, che è vedovo, spinto dalle vicine, inizia a frequentare una giovane donna che ha già un bambino. Inspiegabilmente questa donna gli lascerà in affido suo figlio, He Ziqiu. Di lei non si saprà più nulla per molto tempo.

I tre ragazzini hanno anime spezzate che, insieme, iniziano a ricomporsi. Uniti creeranno una nuova famiglia, doneranno calore l’uno all’altro, sanando la sofferenza reciproca tra sorrisi e problemi quotidiani.

I bambini cresceranno, dunque, accuditi dai due papà, soprattutto dal padre di Li Jianjian, che non farà mai mancare il suo appoggio ai ragazzi. Offrirà loro tempo e comprensione, ma soprattutto cibo, elemento che ha un ruolo importantissimo in questa storia.

Sarà attraverso il cibo che Li Haichao esprimerà il suo profondo amore per i suoi ragazzi, che egli accoglie e ama davvero come figli suoi, senza distinzione alcuna. Per loro desidera solo il meglio. Un padre amorevole e comprensivo, che diverrà il pilastro che reggerà le loro vite.

Janjian fin dall’inizio adorerà il fratello introverso e musone, mentre avrà un rapporto conflittuale con He Ziqui, che con pazienza e attenzione saprà conquistarsi il proprio posto all’interno della famiglia.

La caratterizzazione di He Ziqui emerge forte tra le altre, prima bimbo e poi ragazzo sempre responsabile, dotato di una maturità naturale, empatico e sensibile. La storia si sviluppa in un lungo arco temporale. Janjan sarà il sole attorno al quale ruoteranno i ragazzi, entrambi innamorati di lei.

In questa storia, le madri sono figure assenti. Un mancanza che segnerà in maniera dolorosa il percorso di crescita dei rispettivi figli.

Madri che si sentono “sbagliate” che prendono decisioni errate, ferendo inevitabilmente le persone a loro più care.

Go Ahead è un viaggio nei sentimenti. È la storia di due papà e tre bambini che si incontrano, si uniscono e insieme ritrovano il loro posto nel mondo… grazie alla Famiglia.

La mia valutazione
9.5/10
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Il Bulgasari (불가사리)

l’essere immortale affamato di metallo, nato dai chicchi di riso

di Gabriele Discetti

Il Bulgasari è un mostro leggendario, la cui origine risale agli ultimi anni del periodo Goryeo (918-1392).

Nonostante il suo aspetto spaventoso, simile a un cane di grossa taglia con una proboscide, il Bulgasari era spesso dipinto sui paraventi o sui camini. Ciò perché si riteneva offrisse protezione dagli incendi e altri disastri. Secondo alcune leggende, il Bulgasari ha il corpo di orso, naso e orecchie di elefante, occhi di rinoceronte, coda da bovino, zampe di tigre e il pelo acuminato.

Una volta in Corea gli incendi erano piuttosto comuni e potevano causare ingenti danni, perché le tipiche case orientali erano principalmente di legno.

Il Bulgasari è presente nel Songnamjapji (Raccolta di racconti di Songnam) risalente al tardo Joseon (1392-1897). Nel brano “Gli ultimi anni di Songdo” si narra di un mostro che aveva divorato tutto il metallo della capitale di Goryeo, cioè Songdo. Gli abitanti tentarono in tutti i modi di ucciderlo, ma invano. Neanche buttarlo vivo nel fuoco servì. Anzi, avvolto dalle fiamme, il Bulgasari uscì dal fuoco e bruciò tutte le case circostanti. Per tale ragione chiamarono l’essere Bulgasari, che letteralmente significa “Impossibile da uccidere”.

Il Bulgasari è presente in tante leggende diverse tra loro per alcuni particolari. La sua storia si lega anche alla vicenda dell’arresto dei monaci buddhisti durante il periodo Goryeo.

I Bulgasari in un’antica raffigurazione – collezione privata

Si racconta che dopo la promulgazione di una legge ordinante l’arresto dei monaci buddhisti, uno di essi trovò rifugio presso l’abitazione della sorella. Tuttavia lei suggerì al marito di denunciarlo alla polizia per impossessarsi di tutti i suoi averi. L’uomo anziché denunciare il monaco, uccise la moglie e liberò il monaco.

Durante il periodo passato nascosto nell’armadio della sorella, il monaco aveva creato un mostro con i chicchi di riso. Per nutrirlo, gli aveva dato da mangiare aghi di metallo. Finiti gli aghi, il mostro uscì dalla casa per mangiare qualsiasi oggetto di metallo, diventando sempre più grande. A un certo punto il governo dovette prendere provvedimenti. Tentarono di catturarlo, ucciderlo con spade e frecce, infine si provò col fuoco. Tutti i tentativi furono inutili.

Il Bulgasari in una raffigurazione di un racconto popolare

In alcune varianti della leggenda il mostro fu ucciso da un eminente monaco buddhista, come a simboleggiare la riappacificazione tra il credo e il governo.

Anche un’altra storia legata al Bulgasari ha come protagonista un monaco buddhista.

Il monaco aveva ricevuto una profezia da un divinatore che prevedeva per lui la nascita di cento figli. L’uomo cominciò così a legarsi con le donne che giungevano al tempio per pregare. Arrivato a novantanove figli, il monaco tentò di violentare la moglie di un ministro, finendo così nella lista dei ricercati. Divenuto fuggitivo si rifugiò a casa della sorella e da questo punto la leggenda segue il corso della più comune storia riportata sopra.

Il Bulgasari è conosciuto anche come Hwagasari, tradotto “Ucciso dal fuoco”. Il motivo di questa discrepanza tra l’essere immortale e l’essere, invece, vulnerabile al fuoco è dovuto a un’altra variante della leggenda. In essa il mostro è effettivamente ucciso tra le fiamme. Il Bulgasari fu attirato con un rottame di metallo, gli fu incendiata la coda e morì carbonizzato.

Stando a un’altra versione della leggenda, il Bulgasari fu creato dal monaco buddhista per ringraziare il marito della sorella, il quale aveva preferito uccidere la moglie, invece di consegnarlo alla polizia.

Sta di fatto che, nonostante le differenze tra le storie, un elemento resta costante, cioè il tradimento della sorella. Il racconto è un ammonimento all’avidità che distrugge finanche i rapporti familiari. Se invece allarghiamo l’orizzonte al periodo storico, la leggenda del Bulgasari ucciso dalle fiamme può essere vista come una metafora che indica la fine di una dinastia (Goryeo) e l’inizio di una nuova (Joseon).

Il bassorilievo raffigurante Bulgasari sito presso il padiglione Gyeonghoeru del Palazzo Gyeongbokgung

Finóra ancora nessun korean drama ha avuto un Bulgarari come protagonista e neanche come antieroe. Qualche mese fa una notizia anticipava la probabile uscita di un Drama fantasy incentrato su una rivisitazione di questa creatura mitologica. Nulla però è stato ancora confermato.

Fonti (1); (2); (3) Fonti foto: (4); (5)

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XIUMIN (시우민)

Kim Min-Seok lo studioso di musica e artista completo che incanta con la sua voce

di Angie

Cognome: Kim

Nome: Min-Seok

Professione:  ballerino, cantante, attore e modello

Gruppi: EXO, EXO-CBX

Stage name: XIUMIN (시우민)

Luogo di nascita: Guri, Provincia di Gyeonggi, Sud Corea

Gruppo sanguigno: B

Data di nascita: 26 marzo 1990

Segno zodiacale: Ariete

Segno oroscopo cinese: Cavallo

Altezza: 1,73

XIUMIN SOCIAL

Utilizza anche gli account ufficiali del gruppo EXO

Kim Min-Seok, meglio conosciuto come Xiumin è un idol, cantante, ballerino, attore e modello sudcoreano. Nasce il 26 marzo 1990 a Guri (구리시) nella provincia di Gyeoggi (경기도). Ha una sorella più giovane la cui identità è tuttora celata per rispettarne la privacy.

Xiumin ha conseguito nel 2014 un Master in Musica presso la Catholic Kwandong University, dove ha presenziato a un seminario per gli studenti di musica applicata. Nel 2017 si è iscritto a un programma di dottorato dell’Hoseo University.

È il primo membro degli EXO a finire il servizio militare obbligatorio. Ha terminato il suo mandato il 6 dicembre 2020 con congedo anticipato.

Fin da bambino Xiumin pratica numerose arti marziali fra cui anche il Wushu. È cintura nera nel kendo e nel taekwondo.  Per alcuni anni ha anche fatto scherma. La sua grande passione per il calcio ha portato la Korea Football Association a conferirgli il titolo di ambasciatore onorario nel 2014.

Nel 2008 fa un’audizione per la JYP entertainment ma è rifiutato. Lo stesso anno prende parte all’Everysing Contest della SM Entertainment e vince il secondo posto. Dopo quattro anni da trainee, nel gennaio del 2012 Xiumin viene presentato come settimo membro degli EXO. È uno dei due membri coreani della divisione cinese EXO-M. Debutta ufficialmente con il gruppo nell’aprile dello stesso anno e da allora ha ottenuto una notevole popolarità nel mondo della musica e dell’intrattenimento.

A gennaio 2015, insieme con altri colleghi d’etichetta, debutta a teatro, interpretando Aquila nel musical olografico School OZ della SM Entertainment.

Il 2015 è anche l’anno in cui esordisce come attore. Dapprincipio con un ruolo minore nel webdrama Exo Next Door e poi come protagonista maschile in Falling for Challenge (Visibile su Viki QUI). Come Na Dojeon, Xiumin vince i 4° APAN Star Awards nella categoria SNS Web Drama. Raggiungendo venti milioni di visualizzazioni dopo soli diciassette giorni, Falling for Challenge diventa il web drama più visto in Corea del Sud nel 2015.

Nel 2016 ottiene il primo ruolo per il grande schermo, interpreta Gyeon nel film Seondal: The Man Who Sells the River, ottenendo un discreto successo.

Lo stesso anno partecipa allo show di Cookat TV Travel without Manager insieme con il collega Chen.

Tra il 2017 e il 2018 diventa membro regolare del cast del reality show della MBC It’s Dangerous Beyond The Blankets.

Xiumin canta “You are the One” OST del web drama Falling for Challenge 

Pubblica anche alcune tracce come colonna sonora di diversi drama. Debutta come solista nel 2015 con You Are the One per Falling for Challenge. A febbraio 2016 duetta con la cantante Jimin delle AOA in Call You Bae. Ad agosto dello stesso anno rilascia, insieme ai colleghi degli EXO Chen e Baekhyun, For You per la serie Moon Lovers: Scarlet Heart Ryeo. Con loro debutta a ottobre nella prima sub-unit ufficiale EXO-CBX.

Nel luglio 2017 collabora con Mark degli NCT rilasciando il singolo Young & Free per il progetto digitale SM Station. Nel 2021 canta To My One And Only You (나의 유일한 너에게) per il drama Mr.Queen della TvN.

Il 7 maggio 2019 si arruola in servizio attivo per la leva obbligatoria. Come ultima schedule partecipa al concerto Magical Circus – Special Edition con i compagni degli EXO-CBX, in Giappone. Mentre il 4 maggio saluta i fan durante il concerto da solista Xiuweet Time, tenutosi a Seoul nella Jamsil Arena.

Il 9 maggio, a pochi giorni dall’inizio del mandato, attraverso il canale SM Station, viene rilasciato il suo ultimo singolo You. In seguito è annunciata la sua partecipazione al musical militare Return: The Promise of That Day insieme a Onew degli Shinee e Yoon Ji-sung. Dal 22 ottobre al primo dicembre 2019, Xiumin interpreta Kim Seung-ho al Woori Hall del Parco Olimpico. Nel 2020 prende parte a un altro musical dell’esercito, Return, in cui ricopre il ruolo di Hyunmin.

A causa della politica militare conseguente il Covid-19, è congedato il 6 dicembre 2020, un mese prima del termine.

Xiumin è uno dei ballerini e cantanti principali degli EXO, ricopre anche il ruolo di rapper nelle sub unit EXO-M ed EXO-CBX. Parla cinese mandarino, ha una conoscenza base di giapponese e parla discretamente anche l’inglese.

Il nome d’arte Xiumin 秀珉 è l’unione del carattere hanja 秀 (xiu), che significa grande, e del carattere 珉 (min) tratto dal suo nome. Una traduzione del suo stage name può quindi essere “Il grande Min”. I fan lo chiamano amorevolmente Baozi (piccolo bao), da quando LuHan, ex membro degli EXO, lo ha soprannominato così sia per il suo grande amore per i ravioli cinesi al vapore, sia per il suo viso tondo. Nonostante l’aspetto molto giovanile è il membro più grande degli EXO e uno dei più forti. È un ottimo cuoco e una persona molto ordinata. Ha un gatto di nome Tan.

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Love Alarm (좋아 하면 울리는)

Il lato oscuro dei social, mostrato attraverso l’amore nato tra i banchi di un Liceo

di Donatella Perullo

Titolo: Love Alarm (좋아 하면 울리는)

Genere: Romance

Dove vederlo: in streaming su Netflix

Sceneggiatura: Seo Bo-ra e Lee Ah-yeon

Paese di produzione: Corea del Sud

Numero episodi: 8 durata per episodio: 45  minuti

Anno di trasmissione: 2019


Main Cast:

Kim So-hyun  (Kim Jo-jo)

Jung Ga-ram (Lee Hye-young)

Song Kang (Hwang Sun-oh)

 Min-si (Park Gul-mi)

Lee Jae-eung (Cheon Duk-gu)

In Corea del Sud, Un misterioso sviluppatore crea un innovativo software mobile. L’App si chiama Love Alarm e dà la possibilità di sapere se nel raggio di dieci metri c’è qualcuno a cui piaci. Love Alarm ha un successo immediato in tutto il mondo. Nessuno sembra poterne fare a meno, anche se è facile percepire i rischi potenziali che una simile innovazione può innescare.

Hwang Sun-ho (Song Kang) è un ragazzo bellissimo e molto ricco. La madre è un’attrice famosa e il padre un importante politico. Lui stesso ha lavorato come modello ed è molto popolare. Ha un solo vero amico, il coetaneo Lee Hye-young (Jung Ga-ram). Questi è figlio della governante di casa Hwang ed è per Sun-ho come e più di un fratello.

Ironia della sorte, tra i due il più sereno è l’umile Hye-young. Sun-ho si sente, infatti, non amato dai genitori che lo costringono a una vita di apparenze, ma grama di sostanza.

Quando Sun-ho inizia a frequentare lo stesso liceo di Hye-young, conosce Kim Jo-jo. La ragazza è orfana e vive con la zia e la cugina Park Gul-mi che frequenta il medesimo liceo e la detesta. Jo-jo non ha una vita semplice. Dopo lo studio ha più di un lavoro part-time e aiuta anche la zia nel suo minimarket. La ragazza cerca di accantonare soldi per gli studi universitari e deve ripagare un debito che ha acceso per affrontare le cure di sua nonna.

“Mi fai venire voglia di raccontarti tutto, anche le piccole cose ” (Hwang Sun-oh)

Anche se Hye-young non ha mai voluto confermarglielo, Sun-ho sa che l’amico è perdutamente innamorato della bella Jo-jo. Ciononostante, non riesce a impedirsi di restare affascinato da lei e in breve se ne innamora, ricambiato. Pur soffrendone, Hye-young comprende i sentimenti dei due ragazzi e continua a essere il migliore amico di Sun-ho e ad amare in segreto Jo-jo.

Nel frattempo intorno a loro l’App Love Alarm diventa un bene irrinunciabile per ogni membro della società, soprattutto tra i più giovani. Questi ultimi iniziano a valutarsi a vicenda in base a quanti cuori innamorati fanno trillare il cellulare di ognuno. Questo crea delle grosse disparità tra le persone ed estromette dalla vita sociale chi non riesce a piacere agli altri. Gli stessi innamorati ricercano conferma dell’amore reciproco non più nei propri sguardi o nei gesti, ma nella capacità di far suonare i reciproci Love Alarm.

Si creano anche episodi imbarazzanti nel momento in cui, chi vuol mantenere segreti i propri sentimenti, fa suonare suo malgrado l’applicazione dell’oggetto del suo desiderio.

Jo-jo e Sun-ho decidono di provare a vivere la loro storia senza far affidamento sull’applicazione. Anche se, saltuariamente, amano mostrare l’uno all’altro il risultato della loro vicinanza, mantenendo attivo Love Alarm.

Un evento del passato e un episodio del presente, cambieranno però le cose. Nel frattempo Love Alarm si espande e cambia la società, mettendone a nudo le debolezze ed esacerbandone aspetti negativi. Jo-jo, Sun-ho e Hye-young dovranno imparare ad affrontare i fantasmi del passato e soprattutto ad accettare che l’amore può essere meraviglioso, ma anche un tormento.

“Non importa cosa farai, mi basta che tu sia te stessa. Se ignorerai i miei messaggi, se mi darai buca e se mi scaricherai te lo ascerò fare. Per me sarà una reazione perché faremo cose insieme, cose che non posso fare da solo. ” (Lee Hye-young)

Tratto dall’omonimo webtoon di Chon Kye-young Love Alarm è solo in apparenza un drama adolescenziale, romance e leggero. In realtà, a mio parere, è una chiara denuncia contro l’influenza negativa dei social media nella società contemporanea. La storia porta, infatti, alla luce il lato oscuro e inquietante dei social che rendono le relazioni personali più superficiali e influiscono sull’autostima di ognuno. Partendo da una trama in apparenza scontata, Love Alarm diventa pian piano inquietante, mostrandoci quanto l’uso inappropriato della tecnologia influisca negativamente sui più fragili. È una storia che può impartire una seria lezione sui mali conseguenti la dipendenza dai social media.

Questa sensazione non è solo mia. Sul South China Morning Post, Stephen Mc Carty ha scritto: “Love Alarm non è solo una storia d’amore innocente. Si occupa anche della protezione dei dati, dei diritti dei gay, delle conseguenze estreme dell’angoscia e dell’invasione degli smartphone”.

Alla fine, il triangolo amoroso tra i protagonisti e le vicende dei personaggi di supporto, si rivelano un pretesto per raccontare il disagio nel quale s’incorre, diventando dipendenti dalla socialità virtuale. Il diverso approccio alle problematiche da parte dei vari personaggi, le loro scelte diametralmente opposte, saranno quelle che faranno la differenza nella loro vita. La chiave di lettura di questa storia è tutta tra le righe, insomma. Tuttavia non aspettatevi un racconto pesante e poco avvincente. Love Alarm è godibile e coinvolgente anche se, devo essere sincera, mi sono trovata spesso a mal sopportare la protagonista, quasi più della cugina odiosa. Kim Jo-Jo prende decisioni non sempre condivisibili, spesso incomprensibili ed egoistiche. Non entro nei dettagli per non rivelare nulla, sta di fatto che più di una volta ho desiderato di salvare Hye-young e Sun-ho da lei.

Ogni giorno sento che sto combattendo una guerra contro me stessa” (Kim Jo-jo)

In ogni caso, mi sento in dovere di dirvi, nell’improbabile possibilità che non lo sappiate già, che la storia non termina con l’ottava puntata. Prosegue, infatti, nella seconda stagione, in onda anch’essa su Netflix, della quale conto di parlarvi presto.

In Patria Love Alarm ha avuto un grandissimo successo. Nel 2019 Netflix l’ha posto all’ottavo posto tra i dieci spettacoli originali della piattaforma, più amati in Corea del Sud. Al momento della sua uscita fu fatto una grande promozione. Dal diciotto agosto al primo settembre  2019 fu organizzata, presso il Lotte World Tower World Park Square una zona di esperienza interattiva. Ogni spazio fu decorato e organizzato come se l’applicazione Love Alarm esistesse davvero e funzionasse. Fu offerta agli innamorati che visitarono il padiglione, un’esperienza romantica. Fu rilasciata, inoltre, un’App omonima, simile a quella del drama, ma non uguale, che si può tuttora scaricare da Google Play, QUI. Io non l’ho scaricata, nonostante la curiosità, quindi non so descrivervene le caratteristiche.

Una curiosità: Dopo la scelta di Kim So-hyun e Jung Ga-ram, la selezione per individuare il giusto interprete del personaggio di Hwang Sun-oh non fu semplice. Song Kang riuscì a ottenere il ruolo tra ben novecento aspiranti.

La mia valutazione
8.7/10
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