di Donatella Perullo
Titolo: Move to Heaven (무브 투 헤븐: 나는 유품정리사입니다)
Genere: Dramma
Dove vederlo: in streaming su Netflix
Sceneggiatura: Yoon Ji-ryeon
Regia: Kim Sung-ho
Paese di produzione: Corea del Sud
Numero episodi: 10
Durata per episodio: 45 minuti
Anno di trasmissione: 2021
Main Cast:
Lee Je-hoon (Cho Sang-gu)
Tang Joon-sang (Han Geu-ru)
Ji Jin-hee (Jeong-woo)
Hong Seung-hee (Yoon Na-mu)
Han Geu-ru (Tang Joon-sang) è un ventenne affetto da sindrome di Asperger. È orfano di madre vive in simbiosi con suo padre Jeong-woo (Ji Jin-hee). Insieme lavorano nella ditta di famiglia, la Move to Heaven, che si occupa di bonificare scene del trauma o del crimine. Con rispetto e profonda umanità nei confronti dei deceduti, i due bonificano e sgombrano i luoghi nei quali è avvenuto il decesso. Prima però, hanno cura di raccogliere in una speciale scatola gialla gli effetti più personali dei malcapitati e consegnarli alle persone loro più vicine. Durante questo rito eseguito con rispettosa devozione, i due scoprono storie non raccontate e danno voce agli ultimi desideri di chi non ha più voce.
Il rapporto tra padre e figlio è speciale, l’amore del genitore verso il ragazzo è palpabile in ogni suo sguardo. Geu-ru è sensibile e intelligente e grazie alle cure del genitore è riuscito a fare della sua tipicità un punto di forza. Purtroppo Jeong-woo muore improvvisamente. Geu-ru però non resta solo. Prima di morire, infatti, il padre ha affidato a un legale di fiducia le sue ultime volontà. Il ragazzo avrà un tutore e questi sarà Cho Sang-gu (Lee Je-hoon) il fratellastro minore di Jeong-woo.
Sang-gu è un ex pugile ed è in prigione per aver preso parte a combattimenti illeciti. È un uomo provato dalla vita, disincantato e rude. Prova astio nei confronti del fratellastro, al punto che quando esce dalla prigione e il legale gli comunica la morte di Jeong-woo, mostra indifferenza.
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“L’albero è la seconda creatura migliore al mondo. Tutti dovrebbero sforzarsi di dare quanto dà un albero. Gli alberi non ci danno solo ossigeno, frutta e legna, ma anche il ceppo su cui sedersi e riposare.” (Han Geu-ru)
Convocato nello studio dell’avvocato, Cho Sang-gu scoprirà di essere stato nominato tutore del nipote. L’uomo dapprincipio rifiuta poi, quando scopre che accettando avrebbe il potere di amministrare i beni del pupillo, decide si farlo per interessi economici. A quel punto l’avvocato gli rivelerà che per divenire tutore di Geu-ru dovrà vivere e lavorare con lui alla Move to Heaven per tre mesi. Trascorso questo periodo il legale deciderà se confermarlo o no come responsabile legale. L’incontro tra zio e nipote è un disastro. Le regole, la precisione e gli schemi rispettati da Geu-ru sono sovvertiti e messi in crisi dal caotico, sciatto e sregolato Sang-gu. L’uomo pare non avere regole né remore e la possibilità di una collaborazione costruttiva o di un avvicinamento affettivo sembra irrealizzabile. Nulla però è impossibile alla Move to Heaven.
Puntata dopo puntata, Sang-gu imparerà a rispettare i tempi del nipote ed entrerà sempre più in empatia con lui a ogni caso che sarà loro affidato. Pian piano l’uomo svelerà il dramma che nasconde e metterà a nudo il suo vero io, sorprendendo e toccando nel profondo anche lo spettatore più coriaceo. I commoventi casi affrontati dalla Move to Heaven saranno un filo conduttore delicato e toccante che darà spunti di pensiero intensi e importanti. Pur non essendo un drama thriller, Move to Heaven è ricco di colpi di scena e dona un crescendo di emozioni che divengono sempre più intense con il procedere del racconto.
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Come mi è già capitato con altri drama che ho amato, trovo un po’ di difficoltà a trasmettervi la potenza di questa storia senza rivelare troppo. La forza delle emozioni donate da Move to Heaven sta, infatti, negli avvenimenti e nei sentimenti rivelati gradualmente, a volte con delicatezza, altre con impeto. La costruzione dei personaggi è un altro punto di forza di questo Drama. Ognuno con le sue peculiarità e il suo percorso di vita contribuisce a rendere la storia speciale. In Move to Heaven nulla è lasciato al caso e ogni puntata aiuta a riscoprire il valore etico dell’humanitas. Così i sentimenti, quelli veri e profondi, divengono assoluti protagonisti. Move to Heaven è una storia catartica che fa bene all’anima e lascia un senso di nostalgica malinconia, ma anche di corroborante speranza.
La morte che è una delle protagoniste di questa storia, è raccontata con delicatezza ma soprattutto con rispetto. Geu-ru è un personaggio straordinario e Tang Joon-sang nonostante la sua giovane età – è nato nel 2003 – lo interpreta in maniera strepitosa. Non si può non amarlo, così come non si può non restare a bocca aperta dinanzi alla bravura di Lee Je-hoon. Il suo Cho Sang-gu con i suoi difetti, le contraddizioni e con i tormenti nascosti che lo dilaniano è un eroe scalcinato che amerò per sempre. Tutto il cast è ben assortito e ricco di guest star, ma una menzione speciale mi è dovuta a Ji Jin-hee che nei panni del padre di Geu-ru eccelle.
Avevo sentito parlare spesso di lui e sempre in termini entusiastici, ma non lo avevo ancora visto recitare. Che dire, è un grande attore. È riuscito a rendere così profondamente umano e reale Jeong-woo che si finisce con il percepire i suoi sentimenti come graffi sull’anima.
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Move to Heaven è stato girato in Corea del Sud nella città di Cheongiu da marzo a settembre 2020. È un drama originale Netflix distribuito in tutto il mondo il 14 maggio 2021 ed è stato doppiato in inglese e in giapponese. La sceneggiatura è un adattamento del saggio “Things Left Behind”, scritto da Kim Sae Byul un ex bonificatore di scene del trauma. A curarla è stata la sceneggiatrice Yoon Ji-ryeon che in passato ha firmato Drama come Boys over Flower (2009) e Angel eyes (2014). Pur non lasciando nessun evento in sospeso, il finale di Move to Heaven fa intravedere la possibilità di un’auspicabile seconda stagione.